Corea del Sud, nel 2006 oltre 10mila rifugiati dal nord
I dati sono stati resi pubblici ieri dal ministero dell'Unificazione di Seoul. Secondo alcuni gruppi internazionali per i diritti umani, ve ne sono almeno altri 100mila "in incognito" in vari Paesi dell'Asia.
Seoul (AsiaNews) Sono oltre 10mila i nordcoreani che entro la fine dell'anno avranno chiesto asilo politico in Corea del Sud. Lo ha detto ieri il ministero dell'Unificazione di Seoul.
Secondo i dati del dicastero, dal gennaio 2005 a settembre sono 9.140 i rifugiati che hanno chiesto accoglienza alla diplomazia sudcoreana, ma ve ne sono altri 730 che aspettano una risposta dalle ambasciate di Seoul in Cina, Mongolia e Thailandia. Attese inoltre nuove richieste entro la fine di novembre.
Il flusso di rifugiati verso la parte sud del confine è iniziato ad aumentare in maniera considerevole dalla metà degli anni '90, quando la popolazione della Corea del Nord ha sofferto per via di diverse annate di carestie ed inondazioni.
Nel 2002, per la prima volta dalla Guerra di Corea, il numero ha superato le mille unità. L'International Crisis Group ha avvertito Seoul che il fenomeno è destinato a crescere, dato il maggior isolamento cui si è condannato il regime con il test nucleare del 9 ottobre scorso e la conseguente crisi economica.
Secondo alcuni gruppi internazionali per i diritti umani, ci sono circa 100mila rifugiati nordcoreani nascosti in Asia, per la maggior parte in Cina. Senza parenti e lavoro, questi vivono "in incognito", spesso ridotti a dover chiedere l'elemosina per sopravvivere.
La loro situazione è particolare, perché Pechino rifiuta di riconoscere loro lo status di rifugiati e, se li arresta, li costringe a tornare in patria: qui devono affrontare carcere e torture, se non addirittura la morte.
Seoul ha invece dichiarato la sua disponibilità ad accettare i rifugiati, ma ha sottolineato che non può dati i suoi rapporti con Pyongyang incoraggiare o sostenere la fuga dal regime.