Corea del Sud, Park Geun-hye è il nuovo presidente
Seoul (AsiaNews) - Il nuovo presidente della Corea del Sud è Park Geun-hye, figlia dell'ex dittatore del Paese e primo leader donna della nazione. L'annuncio arriva dopo una giornata di voto ad altissima frequenza: la Park si prepara a pronunciare un discorso pubblico nel centro di Seoul. Secondo gli ultimi dati avrebbe ottenuto il 52,8 % delle preferenze contro il 46,6 % del suo sfidante, il democratico Moon Jae-in. I risultati ufficiali saranno comunque pubblicato dal ministero degli Interni entro poche ore.
Con il candidato conservatore erano schierate le grandi aziende del Paese. Anche se la Park ha detto in campagna elettorale che abolirà i privilegi delle classi sociali superiori per "ridare equilibrio alla società coreana", il suo team elettorale è composto in pratica da esponenti di ditte e studi finanziari di primo livello. In settembre il nuovo presidente ha inoltre "chiesto scusa" per la dittatura del padre, ma non ne ha mai rinnegato l'operato.
In ogni caso, la sfida si è combattuta fino all'ultimo voto. Con molti meno mezzi a disposizione, infatti, Moon è riuscito a recuperare gli 8 punti percentuali di distacco che lo dividevano dalla Park fino all'inizio di dicembre. Gli exit poll di tutta la giornata elettorale lo hanno sempre indicato a brevissima distanza dalla sfidante, fra 1 e 0,5 punti di distacco.
Anche se non è stata incentrata sulla Corea del Nord, la campagna elettorale per queste presidenziali ha affrontato il problema della sicurezza interna del Paese. Da un punto di vista economico, diplomatico e militare Seoul "sconta" il proprio legame speciale con gli Stati Uniti, mai davvero interrotto dalla fine della Guerra di Corea del 1950-3. Sul territorio nazionale sono presenti quasi 50mila militari americani e i due governi hanno firmato un Accordo di libero commercio molto criticato dalla popolazione.
Una fonte del ministero degli Interni spiega ad AsiaNews che il nuovo presidente "deve decidere dal primo giorno del suo incarico cosa fare rispetto a questa questione. Se mantenere il rapporto con Washington o cercare di aprirsi di più a Cina e Giappone, guardando al progetto di libero scambio economico e commerciale che Pechino cerca di imporre all'Asia orientale. In ogni caso la decisione provocherà enormi reazioni, ma il tempo delle ambiguità è finito".
Da questo punto di vista, prosegue, "il presidente eletto dovrà rassicurare la popolazione e cercare di guadagnarne la fiducia soprattutto attraverso le nomine. I leader che l'hanno preceduta hanno nominato in posti-chiave dei perfetti sconosciuti soltanto in base ai rapporti personali: questa pratica deve finire".
In ogni caso, queste elezioni hanno rappresentato una "pietra miliare" nella storia della democrazia sudcoreana. Dalle fine della dittatura militare terminata nel 1987, infatti, quelle del 2012 sono le seconde elezioni con il maggior numero di votanti dopo le prime davvero libere. Secondo il governo il 75,8 % della popolazione si è recata alle urne: si tratta di un aumento di 13 punti percentuali rispetto al 2007 e del 5 rispetto al 2002. Altissimo il numero di giovani che hanno scelto di votare.