Corea del Nord: abbiamo l’uranio arricchito, possiamo creare la bomba o trattare
Pyongyang (AsiaNews/Agenzie) – La Corea del Nord si dice prossima alla fase finale per la creazione di uranio arricchito e pronta sia a riprendere il dialogo sul disarmo sia a creare la bomba atomica.
Ambienti ufficiali nordcoreani, in una lettera inviata alle Nazioni Unite, minacciano di portare all’esito finale il programma nucleare “se qualche membro permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite vuole porre in essere sanzioni prima del dialogo”. Ripetono che il Paese “non sarà mai frenato” dalle sanzioni Onu e affermano che Pyongyang non è contraria “alla denuclearizzazione della penisola Coreana e dell’intero mondo”, ma ritiene che il dialogo a 6 sia stato usato “per violare in modo oltraggioso la sovranità della Repubblica popolare democratica della Corea” (Corea del nord).
Ad agosto Pyongyang ha compiuto gesti di apertura, rilasciando due giornalisti statunitensi e diversi cittadini sudcoreani arrestati; e ha pure mandato una propria delegazione nella Corea del Sud. Molti esperti vedono questa dichiarazione come il tentativo di cercare una posizione di maggior forza, prima di intavolare un dialogo. Ritengono che il regime di Kim Jong-Il cerchi un gesto di buona volontà da parte dell’Onu, che gli permetta di riprendere il dialogo salvando la faccia.
Won Tae Jae, portavoce del ministro sudcoreano della Difesa, osserva che è difficile verificare se è vero che Pyongyang sia vicina alla creazione della bomba.
Esperti ritengono comunque che creare uranio arricchito sia per il Paese più facile che portare avanti il precedente programma fondato sul plutonio: il reattore Yongbyon, usato per lavorare il plutonio, è sotto costante osservazione dei satelliti Usa.
Nel 2009 la Corea del Nord ha lanciato oltre 10 missili e ha fatto un secondo test di arma nucleare, ignorando le pressioni internazionali. A giugno il Consiglio di sicurezza Onu ha imposto nuove sanzioni, con voto unanime anche di Russia e Cina, che prevedono il blocco di prestiti verso il Paese e il controllo di tutte le navi da carico che potrebbero portargli materiale correlato al programma nucleare. Il precedente aprile Pyongyang aveva proclamato che non sarebbe mai tornata al tavolo delle trattative a 6, con Cina, Russia, Stati Uniti, Giappone e Sudcorea e ha anche proposto colloqui diretti con Washington. Il Segretario Usa di Stato Hillary Clinton ha risposto che il colloqui a 6 è “il modo appropriato per trattare con la Nordcorea”.
Gli Stati Uniti del presidente Barack Obama insistono a proporre la ripresa del dialogo a 6 e Philip J. Crowley, portavoce del Dipartimento di Stato Usa, ha sottolineato che ora tutto dipende “da cosa la Nordcorea deciderà di fare”.
Hirofumi Nakasone, ministro giapponese degli Esteri, ha ribadito oggi che “il Giappone e la comunità internazionale non potranno mai tollerare che la Corea del nord possieda armi nucleari”.
Diversi analisti ritengono decisiva la posizione della Cina, principale alleato di Pyongyang, che potrebbe avere interesse sia a una diminuzione della tensione nella zona sia a porsi come negoziatore decisivo per raggiungere il disarmo voluto dalla comunità internazionale.
In Cina si trova Stephen Bosworth, inviato speciale Usa, per discutere come riprendere i colloqui. Poi volerà in Sudcorea e Giappone.