Corea del Nord: 54.700 vittime e 2,5 milioni di senza tetto, dopo le inondazioni
Secondo una ong per gli aiuti umanitari, è il peggior disastro mai avvenuto nel Paese. Compromessi i raccolti in una nazione che già fatica a sfamare la popolazione.
Seoul (AsiaNews/Agenzie) Dopo l'inondazione di luglio, la peggiore nella storia del Paese, in Corea del Nord ci sono almeno 54.700 morti o dispersi e 2,5 milioni di senza tetto. I raccolti sono compromessi e, senza aiuti esteri, si preannuncia una grave carestia. Sono i dati forniti ieri da Good Friends, una ong sudcoreana per gli aiuti umanitari che da tempo opera nel nord.
La cifra è molto superiore a qualunque stima precedente ed è fondata sui dati definitivi ottenuti alla fine di luglio. I dati riportati dai media nordcoreani parlano invece di "centinaia" di morti e dispersi.
Il tifone del 10 luglio, giunto dopo tre giorni di violenti piogge monsoniche, ha spazzato via interi villaggi e ampie distese di campi coltivati, creando un'emergenza in un Paese che già in epoca normale non riesce a soddisfare il bisogno alimentare della popolazione. Trascinati via anche 231 ponti. La provincia sudoccidentale di Hwanghaedo, principale "granaio" della Nazione, è tra le zone più colpite. Secondo le stime dell'ong, almeno 300 mila case sono state distrutte o danneggiate.
"Le autorità nordcoreane dice Good Friends tengono sotto stretto controllo ogni informazione sui danni effettivi, per paura che causino proteste sociali". Comunque, aggiunge, nella Corea del Nord "si ripete con frequenza che 'quest'anno non ci sarà nessun raccolto' ".
Già nella metà degli anni '90 una violenta inondazione ha portato nel Paese una grave carestia, durante la quale dice l'ong sono morte 2 milioni di persone. Dopo 10 anni aggiunge il Paese ancora non riesce a sfamare i 23 milioni di abitanti e dipende dagli aiuti alimentari esteri.
Proprio in un momento di maggior bisogno degli aiuti internazionali, Pyongyang si è isolata ancora di più, quando il 5 luglio ha eseguito test con missili balistici per il suo programma nucleare. Dopo i test la Corea del Sud, da cui provengono i maggiori aiuti, ha sospeso l'invio di 500 mila tonnellate di riso e solo la settimana scorsa ha ripristinato gli aiuti, annunciando un finanziamento di 10 milioni di dollari Usa per le organizzazioni private che operano per curare i danni dell'alluvione. Ieri il ministro sudcoreano per la Riunificazione ha annunciato per domani un incontro tra funzionari della Croce Rossa delle due Coree per parlare degli aiuti. (PB)