Corea, è la Caritas sudcoreana il nuovo tramite degli aiuti dei cattolici al Nord
L'accordo "implica che oramai la Corea del Nord riconosce il lavoro della sezione sudcoreana come unico tramite degli aiuti dei cattolici di tutto il mondo".
Seoul (AsiaNews/Cbck) La Caritas sudcoreana è divenuta in maniera ufficiale il tramite degli aiuti umanitari stanziati dalla sezione internazionale per la popolazione della parte nord del confine.
Dopo una visita di cinque giorni in Corea del Nord, iniziata il 29 maggio scorso, p. Lazzaro You Heung-sik, presidente della Commissione episcopale addetta agli aiuti, ha dichiarato: "In nome della Caritas Internationalis, abbiamo discusso i progetti di sviluppo e cooperazione con Kim Seong-il, vice presidente della Commissione per la cooperazione economica nazionale della Corea del Nord, che ha accettato il nostro impegno diretto. Ci siamo anche scambiati una lettera di intenti".
Secondo quest'ultimo documento, la Caritas sudcoreana prenderà il pieno carico degli aiuti internazionali dal 2007: fino a quella data, l'impegno sarà portato avanti dalla sezione di Hong Kong, la "titolare" dell'incarico.
Sempre secondo l'accordo, i progetti proposti dalla sezione internazionale saranno discussi dai coreani di entrambi i Paesi negli uffici della Commissione per la cooperazione inter-coreana di Kaeseong, quella che oramai è divenuta la "zona franca" dei rapporti fra le due popolazioni.
Per p. Paul Jeremiah Hwang Yong-yeon, segretario della Caritas sudcoreana, l'accordo "implica che oramai la Corea del Nord riconosce il nostro lavoro come unico tramite degli aiuti dei cattolici di tutto il mondo".
Negli ultimi anni si sono fatte sempre più frequenti le occasioni in cui la Caritas ha avuto il permesso di Pyongyang di collaborare in ambito umanitario ed in particolare nel campo sanitario e nutrizionale.
Per la sezione sudcoreana, la parte maggiore dell'impegno si è invece potuto esprimere solo in occasioni tragiche come il disastro ferroviario avvenuto due anni fa nella stazione di Ryongcheon.