Corea, protesta silenziosa a favore del Dalai Lama
Critiche alla decisione governativa di non concedere il visto d'ingresso al leader tibetano per "evitare attriti con Pechino". Lanciata da un unico monaco, sarà ripresa da uno dei più grandi monasteri buddisti del Paese.
Seoul (AsiaNews/Ci) Il venerabile Gwisan, monaco buddista coreano, sta "manifestando in silenzio" nei pressi del Cheong Wa Dae [il gabinetto presidenziale o "Ufficio blu" ndr] per protestare contro la decisione governativa di non concedere il visto al Dalai Lama.
Il capo del buddismo tibetano, in esilio in India sin dall'invasione comunista del Tibet avvenuta nel 1957, doveva partecipare ad un incontro fra i premi Nobel per la pace previsto per giugno a Gwangju.
Subito dopo l'invito, inviato dagli uffici municipali, aveva accettato e "chiesto che fosse la stessa Gwangjiu a richiedere il suo visto a Seoul". La richiesta è stata respinta il 22 maggio dal governo, che ha detto di "voler evitare attriti diplomatici con Pechino".
Il monaco Gwisan ha chiesto a "tutti coloro che hanno a cuore la pace e la giustizia" di unirsi alla sua protesta silenziosa contro "questa evidente discriminazione nei confronti di un uomo di pace". Da alcune fonti, ancora non confermate dagli interessati, sembra che uno dei più grandi monasteri buddisti del Paese abbia deciso di aderire alla richiesta e stia preparando una nuova protesta.
La municipalità di Gwangjiu ha comunque confermato l'incontro, a cui parteciperanno circa 20 personalità insignite del Nobel fra cui Jimmy Carter, Kofi Annan, Lech Walesa e Michail Gorbachev. Il tema dell'evento, della durata di tre giorni, sarà "Democrazia in Asia ed in Corea, la strada per portare la pace nella regione".