Corea, cristiani evangelici contro "Il Codice da Vinci"
Il Consiglio cristiano di Corea ha chiesto all'autorità giudiziaria che il film non venga distribuito nelle sale. Per i cattolici "basta una linea-guida che spieghi come affrontare i temi proposti nella pellicola".
Seoul (AsiaNews/Ci) Il Consiglio cristiano di Corea ha chiesto alla Corte distrettuale di Seoul di impedire alla Sony Pictures la distribuzione nelle sale del film "Il Codice da Vinci", prevista per maggio.
In una conferenza stampa, il portavoce del Consiglio ha dichiarato: "Siamo molto preoccupati: la pellicola può screditare o insultare la natura divina di Gesù Cristo e le verità contenute nella Bibbia". "Questo film ha aggiunto va contro i sentimenti religiosi individuali e sarà un ostacolo al lavoro missionario cristiano".
Oltre all'oltraggio della fede, il Consiglio "teme i contenuti espressi: tutto si basa su una cospirazione secondo cui la Chiesa avrebbe nascosto dei figli presunti di Cristo e non avrebbe esitato ad uccidere per difendersi. Questo potrebbe provocare un serio conflitto fra cristiani e non cristiani, che potrebbero ritenere queste teorie una realtà storica".
Diversa la posizione dei cattolici. Anche se la Chiesa coreana non ha ancora preso una posizione ufficiale sull'argomento, un sondaggio condotto dal Catholic Times dice il 72 % dei lettori "vorrebbe semplicemente avere una linea-guida della gerarchia cattolica su come affrontare i temi proposti nel film e nel libro".
Solo il 9 % degli intervistati ritiene che il film dovrebbe essere bandito ed il 3 % afferma che "i cristiani dovrebbero essere scoraggiati dal vederlo".