Cordialità e segnali di reciproca fiducia tra Stato ebraico e Vaticano
di Arieh Cohen
E’ quanto emerge dalla riunione della Commissione bilaterale permanente di lavoro, che rinnova il suo impegno ad accelerare la conclusione di un accordo. Tra gli obiettivi, la restituzione del Cenacolo. La plenaria a Roma il 28 maggio.
Tel Aviv (AsiaNews) - Con il "Comunicato congiunto" rilasciato al termine dei suoi lavori, ieri 16 aprile, alla sede del Ministero degli esteri israeliano, la Commissione bilaterale permanente di lavoro tra la Santa Sede e lo Stato di Israele ha annunciato che terrà la sua prossima sessione plenaria il 28 maggio prossimo, in Vaticano.
"Plenaria" si definisce la sessione presieduta dai massimi livelli (appena al di sotto di quello ministeriale) dei rispettivi dicasteri degli esteri ed integrata anche da alti funzionari, oltre a quelli che prendono parte nelle sessioni dette "di lavoro" che si tengono nel frammezzo, tra una Plenaria e l'altra. Le Plenarie sono riprese solo il 21 maggio 2007, dopo un intervallo durato cinque anni (dal 12 marzo 2002) e sembra che le Parti intendano tenerle ogni sei mesi, come hanno effettivamente fatto sin dalla prima sessione di questa nuova serie.
Come già altre volte, anche per l'odierna riunione “di lavoro” il Comunicato dice che è stata caratterizzata da "un’atmosfera di grande cordialità" (il che un partecipante raggiunto da AsiaNews ha confermato pienamente) e che, in tale clima, le delegazioni "hanno rinnovato la comune determinazione ad accelerare il loro lavoro mirato a concludere un Accordo il più presto possibile”. L'auspicato Accordo, richiesto già dall'Accordo fondamentale del 30 dicembre 1993, dovrebbe soprattutto riconfermare le storiche esenzioni fiscali della Chiesa ed effettuare la restituzione alla Chiesa di alcune proprietà ecclesiastiche perse negli anni, in particolare, tra altre, la chiesa-santuario di Cesarea Marittima (oltre che, naturalmente, il santo Cenacolo).
L'annuncio preventivo della data della prossima Plenaria, dice un esperto di rapporti Chiesa-Stato in Israele, interpellato da AsiaNews, sarebbe un buon segno della serietà dei negoziati, e potrebbe essere visto come un indizio che le delegazioni hanno maturato rapporti di "reciproca fiducia" e metodi di "leale collaborazione in ordine al raggiungimento di un fine comune".
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