Convegno internazionale su Carlo Orazi da Castorano e la questione dei Riti cinesi
Hong Kong (AsiaNews) - Il 26 e il 27 ottobre a Castorano (Ascoli Piceno), si terrà un convegno sulla figura di Carlo Orazi da Castorano. Il convegno riunisce i maggiori studiosi internazionali del missionario francescano e dei temi a lui collegati. Tra questi: Francesco D'Arelli (Roma); Claudia von Collani (Würzburg); Giacomo Di Fiore (Napoli); Matteo Nicolini Zani (Bose); Michela Catto (Parigi); Paolo Aranha (Londra); Clara Yu Dong (responsabile del fondo cinese della Biblioteca Apostolica Vaticana, Roma) e Rosina Li Hui (Pechino/Roma). Per più approfondite informazioni circa il convegno e i relatori, vedi il sito: www.padrecarlodacastorano.net. Il direttore del convegno è p. Gianni Criveller, Pime, presidente della commissione storica per la beatificazione di Matteo Ricci. A lui AsiaNews ha chiesto di presentare la figura di questo missionario.
Sul nome e sugli studi di Padre Carlo Orazi, missionario francescano "propagandista", ovvero inviato in Cina dalla Sacra Congregazione di Propaganda Fide, la sola autorità alla quale egli rispondeva, sembra essersi abbattuta una sorta di damnatio memoriae. Carlo da Castorano ha avuto ruolo di primissimo piano nella "controversia dei Riti cinesi", sostenendo in tutti i modi la loro proibizione per chi si convertiva al cristianesimo, una posizione che la Santa Sede ha fatto propria. Ma Carlo è stato anche un insigne sinologo e ha contribuito alla costituzione del fondo cinese della Biblioteca Apostolica Vaticana. È tempo perciò di sottrarre questa importante figura all'ostracismo storiografico, e studiarne a fondo il contributo da lui dato alla missione cattolica in Cina.
Carlo Orazi, nato a Castorano (Ascoli Piceno) nel 1673, si reca missionario in Cina nel 1700, dove opera per 32 anni quale vicario della diocesi di Pechino. Ha un ruolo significativo nella "controversia dei riti cinesi", che ha segnato in profondità la missione della Chiesa in Cina e i rapporti tra Pechino e la Santa Sede. In Cina, Carlo da Castorano ha rappresentato le posizioni di Roma, contrarie ai Riti, ed è stato incaricato di pubblicare a Pechino le disposizioni di condanna dei Riti pronunciate da Clemente XI nel 1704 e 1715.
La questione dei "Riti cinesi" risale a Matteo Ricci. Secondo il missionario gesuita i riti in onore di Confucio e degli antenati - che ogni buon cinese doveva espletare - erano solo dei "riti civili" e non "idolatri" e per questo potevano essere eseguiti anche dopo la conversione alla fede cristiana. Ma francescani e domenicani - forse perché più in contatto con le religioni popolari - affermavano che tali riti erano "idolatri" e perciò bisognava proibirli a tutti i convertiti. La questione è andata avanti per oltre un secolo e ha avuto il doloroso frutto di allontanare l'interesse del mondo intellettuale e del potere imperiale dal cristianesimo.
A Roma dal 1733, per diversi anni padre Carlo ha sottoposto numerosi memoriali (ben 37!) alla Santa Sede, richiamandola alla necessità di chiudere la questione dei Riti cinesi e condannare ogni pratica di accomodamento attuato in Cina. Carlo Orazi ha tanto insistito che alla fine ha ottenuto quanto voleva. La controversia infatti viene chiusa da Benedetto XIV con la Costituzione apostolica "Ex quo singulari" (1742), che sancisce definitivamente la proibizione della pratica dei Riti e del metodo gesuitico dell'accomodamento. Il documento pontificio è stato profondamente influenzato da Carlo Orazi, contrarissimo ai riti e al metodo dell'accomodamento; in più, data la sua lunga permanenza in Cina, era considerato un esperto delle cose cinesi da parte dei consultori e cardinali incaricati della discussione. Alla fine Carlo Orazi ha visto riconosciute le sue ragioni nel modo più solenne possibile, Ma lo stesso papa, Benedetto XIV, dopo la pubblicazione della condanna dei Riti (Roma 1742), gli ha intimato di ritirarsi a vita privata a Castorano, con l'obbligo di non sottomettere alcunché alla Santa Sede e di non parlare più della vicenda.
Come si sa, la Santa Sede è poi ritornata sulla l'annosa e complicata controversia nel 1939, ribaltando le decisioni precedenti e affermando la legittimità dei Riti, come sostenuto a suo tempo da Matteo Ricci.
Nonostante le sue posizioni sui Riti, Carlo Orazi è stato un insigne sinologo, autore del primo dizionario Latino-sinico-italiano, strumento utile per i missionari e i mercanti in Cina e di una grammatica cinese. L'opera Parva Elucubratio, commissionatagli da Benedetto XIV, è una sintesi critica di numerose opere cinesi, sia classiche che dei missionari. È autore anche di una traduzione della nota 'Stele di Xi'an", il primo documento cristiano in lingua cinese, che testimonia l'arrivo nel grande paese asiatico dei missionari della Chiesa siriaca nell'anno 625.
Carlo Orazi ha scritto numerose altre opere, e ha portato a Roma una grande quantità di testi cinesi, ora conservati presso la Biblioteca Apostolica Vaticana, che hanno fatto conoscere la civiltà cinese e lo stato della missione cattolica. Propaganda Fide riconobbe a lui e alla sua famiglia un "beneficio", per tutta la durata della sua vita. È morto nella sua Castorano nel 1755.