28/03/2012, 00.00
THAILANDIA
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Contro il relativismo, a Pasqua i giovani thai riscoprono la forza della fede

di Weena Kowitwanij
Anche in Thailandia i genitori non trasmettono più una tradizione religiosa, lasciando ai figli la possibilità di scegliere in età adulta. Ma, avverte un giovane ingegnere, così “si perde la possibilità di maturare” un percorso sin da piccoli. Studentessa thai racconta l’incontro con gruppi universitari cattolici: un aiuto anche nello studio.

Bangkok (AsiaNews) - Contro la tendenza imperante del relativismo, che prende piede anche in Paesi come la Thailandia con una tradizione religiosa profonda, è importante trasmettere la fede ai figli "sin da bambini". La messa, la preghiera, le attività della Chiesa diventano quindi un'occasione "di incontro e di confronto", un motivo di gioia e realizzazione in una vita pur costellata da impegni, fatiche e doveri quotidiani. È quanto emerge dalle parole di due giovani cattolici thai, nati e cresciuti in famiglie miste in cui uno dei genitori è buddista e l'altro cristiano. E che arrivati all'età adulta hanno scoperto o ritrovato l'importanza della missione, della testimonianza della Parola di Dio nella vita di tutti i giorni, soprattutto in queste settimane di Quaresima in preparazione alla Pasqua di risurrezione.

Joseph Sajwatchara Srisawad è un ingegnere 25enne, che dopo la laurea alla Chulalongkorn University lavora per un'azienda giapponese. In passato, il giovane ha studiato alla scuola di San Domenico a Bangkok, gestita dai Salesiani di don Bosco. E fin dai tempi degli studi, egli ha trovato nella fede in Cristo una forza per condurre una vita migliore. "Da sempre vado a messa la domenica - racconta ad AsiaNews - assieme a mia madre e ai miei fratelli più giovani. Mio padre, invece, è di fede buddista".

Oggigiorno i genitori tendono a non trasmettere ai figli la fede, lasciando loro la scelta di decidere quale religione seguire in età adulta. Un comportamento sbagliato, secondo Joseph, perché "si perde la possibilità di maturare nella fede sin da piccoli. E qualcosa viene a mancare, mentre io sono stato fortunato ad aver incontrato Dio sin da piccolo". Egli aggiunge che "tutte le religioni hanno aspetti positivi", ma ribadisce di essere "orgoglioso" della fede cattolica perché "possiamo sperimentare la presenza di Dio, poiché Egli è la Via, la Verità, la Vita".

Teresa Parisa Patara-ratna, 20 anni, studia Ragioneria e Calcolo all'università e fin da piccola è stata educata dalla madre - insieme alle sorelle - alla fede in Cristo, mente il padre è buddista. La ragazza ammette che "da bambina inizialmente non volevo andare a messa, poi ogni volta che uscivo dalla chiesa stavo bene". La madre la invitava anche a leggere dei passi della Bibbia e a recitare il Rosario assieme alle sorelle; e quando non lo faceva perché impegnata nello studio, aggiunge Parisa, "mia mamma mi lasciava regolarmente dei biglietti sul tavolo, con frasi [del Vangelo] che mi toccavano il cuore".

I primi due anni in università sono stati un trauma per la ragazza, che pur studiando in modo assiduo non riusciva a ottenere buoni voti. Al terzo anno, l'incontro con un gruppo di ragazzi cattolici con i quali ha iniziato a partecipare alla messa, riunirsi in preghiera, partecipare agli incontri e ai campi estivi. E qualcosa "è cambiato" nel modo di vivere  non solo la facoltà e gli studi, ma anche la propria vita. "Partecipare mi rende felice - confessa ad AsiaNews - e ringrazio Dio per avermi concesso una vita colma di affetto e benedizioni".

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