Continua la fuga dalla Cina degli investimenti esteri
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Gli investimenti esteri diretti in Cina scendono del 17,8% a maggio, rispetto al maggio 2008. E’ l’ottavo mese consecutivo che gli investimenti diminuiscono, secondo quanto rivelato oggi da Yao Jian, portavoce del ministero per il Commercio.
Lo scorso aprile la diminuzione è stata del -22,5% . Esperti osservano che questo può forse significare che si sta raggiungendo il punto più basso della crisi, ma che non si sono elementi certi per prevedere un prossimo recupero.
Per anni il boom dell’economia cinese è stato favorito dai massicci investimenti da parte di operatori esteri, che hanno trovato vantaggioso spostare la produzione in Cina per i bassi costi della produzione: mano d’opera a basso prezzo e con pochi diritti, terreni dati in concessione con canoni minimi, una politica di esenzione fiscale a favore delle ditte estere. Ma a seguito della contrazione nel commercio, causata dalla crisi finanziaria globale, gli investitori esteri hanno ritenuto preferibile cessare l’attività e chiedere la fabbriche.
Ne è conseguito l’attuale grave aumento della disoccupazione, specie della mano d’opera non qualificata: dati ufficiali parlano di circa 30 milioni di migranti rimasti senza lavoro per la chiusura delle fabbriche. Le imprese finanziate da operatori esteri rappresentano circa il 30% della produzione industriale, ma ben il 55% dei prodotti per l’esportazione.
L’economia cinese è cresciuta del 6,1% nel primo trimestre 2009, ma gli analisti ritengono che tale espansione sia insufficiente persino a soddisfare la nuova domanda di lavoro.
Esperti notano come sul dato non abbiano influito gli investimenti per 4mila miliardi di yuan (oltre 400 miliardi di euro) decisi da Pechino dei quali, con evidenza, non beneficiano gli investitori esteri.