Continua la battaglia dei cattolici vietnamiti per la pace e la libertà religiosa
Ho Chi Minh City (AsiaNews) - Cristiani e cattolici vietnamiti continuano la loro battaglia contro gli arresti arbitrari e le violazioni ai diritti umani delle autorità centrali e locali, con veglie di preghiera e messe alle quali partecipano pure fedeli di altre religioni e non credenti. Tuttavia, la leadership comunista al potere, insieme a polizia e magistratura non sembra intenzionata a fermare l'ondata di repressione che ha dato vita - negli ultimi due anni - a decine di arresti, processi e fermi arbitrari, in violazione al diritto internazionale e persino alle leggi locali.
Ancora oggi 17 giovani cattolici e protestanti sono rinchiusi in cella in modo arbitrario; alcuni di loro hanno anche ricevuto una sentenza di condanna, comminata senza alcuna prova. La scure del governo si è anche abbattuta su attivisti, dissidenti e patrioti "colpevoli" di promuovere proteste contro la Cina e la politica "imperialista" di Pechino. Secondo gli ultimi dati sarebbero almeno 70 i dissidenti detenuti nelle prigioni, dietro direttive dei tribunali; alcuni di loro sono gravemente ammalati o hanno contratto malattie in cella.
Tra i molti casi, emerge la recente condanna di un maestro di scuola della provincia di Da Nang: il 21 novembre, il giorno successivo alla Festa degli insegnanti, il tribunale ha inflitto una pena di sei anni a Dinh Dang Dinh, professore di liceo, per presunta propaganda contro lo Stato. Nel frattempo la polizia ha minacciato la famiglia, cercando di insabbiare la vicenda. In carcere l'uomo, rinchiuso nel braccio della morte assieme a detenuti in attesa di essere giustiziati, cerca di sollevare l'animo dei compagni e aiutarli a sopportare sofferenze e paure.
Sempre per presunte attività contro lo Stato e il governo, il tribunale della provincia di Nghe An (che rientra nella diocesi di Vinh, teatro di feroci persecuzioni anticristiane) si appresta a condannare due giovani. Si tratta del 33enne Francis Dang Xuan Dieu e del 24enne Paul Tran Minh Nhat che, a dispetto delle sofferenze e delle "punizioni corporali" inflitte, non hanno voluto rinunciare alla loro fede. Entrambi - prima del fermo - hanno promosso attività sociali, iniziative legate alla parrocchia e dedicato il loro tempo a bambini e disabili.
Per rispondere alla crescente repressione, i cattolici vietnamiti proseguono la campagna di preghiere e messe celebrate per la pace nel Paese e il rispetto della libertà religiosa. Il 25 novembre scorso i Redentoristi della ex Saigon hanno celebrato una messa, durante la quale si è pregato per la pace e la giustizia. Durante l'omelia p. Dominique si è rivolto a cattolici e non, presenti alla funzione, invitandoli a rivolgere il loro pensiero a quanti "sono stati o saranno vittime di condanne ingiuste". "Condividiamo la preghiera e la comunione - ha concluso il sacerdote - per la pace e la giustizia nella nostra nazione".