18/09/2013, 00.00
RUSSIA
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Consacrata la prima cattedrale degli armeni ortodossi a Mosca

di Nina Achmatova
Alla cerimonia presenti alte cariche di Stato e delle comunità religiose della capitale russa. Per il patriarca Kirill è segno della fratellanza spirituale e della rinascita religiosa del Paese. Ma c’è chi vi vede anche la dimostrazione di una più stretta collaborazione politica tra Mosca e Erevan.

Mosca (AsiaNews) - Un altro segno della rinascita religiosa della Russia, ma anche la dimostrazione di una rinnovata intesa politica tra Mosca ed Eravan, in un momento in cui il Cremlino cerca di scoraggiare le mire europeiste della ex repubblica sovietica. La consacrazione avvenuta il 17 settembre della nuova cattedrale della Chiesa apostolica armena (o anche Chiesa ortodossa armena) nella capitale russa ha suscitato reazioni diverse, ma di certo non è passata inosservata. Si tratta della più grande chiesa armena all'estero: un complesso che ospita anche un memoriale al genocidio armeno, un centro culturale, un museo e la residenza del vescovo.

Dopo otto anni di lavori - finanziati da donazioni di ricchi imprenditori e businessman armeni e sostenuti dalle autorità russe - il grande complesso in via Trifonovskaya, in uno dei quartieri più multietnici di Mosca, è stato inaugurato alla presenza del Catholicos di Armenia, Garegin II, e dei rappresentanti di diverse religioni: il Patriarca degli ortodossi russi, Kirill, l'arcivescovo cattolico della Madre di Dio di Mosca, mons. Paolo Pezzi, esponenti del consiglio dei mufti di Russia, della Sangha buddista e della comunità ebraica.

In prima fila nella cattedrale - costruita in marmo, tufo e travertino e che può ospitare fino a mille fedeli - il presidente dell'Armenia, Serzh Sarksian, con la moglie. Inizialmente, alla cerimonia era atteso anche il capo del Cremlino, Vladimir Putin, che ha però inviato un suo rappresentante. Il costo totale del complesso non è stato reso noto, mentre grande risalto è stato dato ai principali benefattori del progetto: Samvel Karapetyan, tra i più ricchi imprenditori armeni, a capo del gruppo Tashir; Ruben Vardanyan, presidente del consiglio di amministrazione di Sberbank e Ruben Grigoryan, numero uno di Rutsog-Invest. Da parte russa, il capo delle Ferrovie Vladimir Yakunin, impegnato in diverse attività di carattere religioso, che ha messo a disposizione in modo gratuito alcuni treni per il trasporto dei materiali dall'Armenia. Stime non confermate, uscite sulla stampa russa, parlando di una spesa di circa 60 milioni di dollari.

Secondo l'ultimo censimento del 2010, gli armeni a Mosca sono più di 100mila, mentre dati non ufficiali parlano di almeno 500mila persone. La nuova cattedrale è ritenuta, di fatto, la prima vera chiesa degli apostolici armeni, che nella capitale russa hanno visto distrutte o confiscate la maggior parte delle loro parrocchie nel periodo sovietico. Finora la comunità si riuniva nella piccola cappella della Resurrezione, in uno dei cimiteri di Mosca.

"Il complesso sarà un centro spirituale e culturale nelle vite di coloro che, al di là della nazionalità, si considerano portatori dei valori cristiani e umani", ha detto il vescovo Yezras Nersisyan, capo della diocesi di Nakhichevan e Russia. Dal canto suo, Kirill ha sottolineato la fratellanza spirituale con gli armeni (con cui gli ortodossi russi non sono, comunque, in comunione) e ha invitato a costruire ancora altre chiese, come dimostrazione che "l'idea di Dio è viva", nonostante i tentativi dell'epoca moderna di eliminarla dalla vita della gente.

L'invito del Patriarca è stato letto da alcuni dei presenti alla cerimonia come una dichiarazione più politica che altro. Il Patriarcato di Mosca pare non pensare allo stesso modo sulla questione della costruzione di nuove moschee per la comunità musulmana, né di una terza chiesa per i cattolici. Entrambe le comunità ne hanno fatto richiesta alle autorità della capitale, ma continuano da anni a scontrarsi con divieti, rifiuti e burocrazie che potrebbero essere superati - dicono molti - da un eventuale appoggio da parte della Chiesa ortodossa.

Come anche nel caso della Bielorussia o dell'Ucraina, l'elemento religioso è spesso utilizzato dalla Russia anche per veicolare una più stretta cooperazione politica con le ex repubbliche sovietiche, tendenti ad allontanarsi dalla sua sfera di influenza. Kirill ha assunto un ruolo di mediatore nel conflitto tra Armenia e Azerbaijan per il Nagorno-Karabakh (enclave a maggioranza armena in territorio azero, attualmente controllata di fatto dalle forze di Erevan ma circondata dall'esercito di Baku), mentre il Cremlino ha fatto sentire la sua pressione su Erevan con l'aumento dei prezzi del gas, in attesa che si facciano più chiare le intenzioni di Sarkisian. Questo è chiamato a scegliere tra il proseguimento del processo d'integrazione europea e l'ingresso nell'Unione Doganale con Russia, Kazakhstan e Bielorussia. "Una esclude l'altra", ha avvertito di recente Stefan Füle, Commissario europeo per l'allargamento dell'Unione. L'appuntamento è a novembre a Vilnius per il vertice del Partenariato Orientale, accordo concluso da Bruxelles con Armenia, Azerbaigian, Georgia, Bielorussia, Ucraina e Moldova per favorire un loro avvicinamento all'Ue. 

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