22/06/2005, 00.00
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Conferenza sulla ricostruzione dell'Iraq

Bruxelles (AsiaNews/Agenzie) – Una conferenza sul futuro dell'Iraq si è aperta stamane a Bruxelles per tracciare il futuro del paese e per chiedere ai diversi stati della comunità internazionale di mantenere le promesse di aiuti economici e militari fatti in passato. All'incontro partecipano il segretario dell'Onu Kofi Annan e rappresentanti di 80 paesi, fra cui Usa, Unione Europea, Arabia Saudita, Iran e Kuwait.

A due anni dalla caduta di Saddam Hussein l'Iraq sta ricostruendo lentamente il paese in mezzo a molte difficoltà e insicurezza.

Dopo le elezioni del 30 gennaio scorso, boicottate dai terroristi e da una parte della comunità sunnita, il mondo politico ha cercato di integrare i sanniti nel processo di ricostruzione e di rifacimento della costituzione. La settimana scorsa è stato raggiunto un accordo sul numero di sunniti presenti nel comitato per la stesura della nuova costituzione.

La conferenza è stata voluta da Stati Uniti e Comunità Europea, come un tentativo di riparare la divisione fra le due coste dell'Atlantico nella gestione della crisi irakena e per aiutare il paese a giungere alle elezioni il prossimo anno.

Alcuni osservatori dicono che l'incontro permetterà all'Iraq di ricevere un enorme condono sul debito. Dai tempi di Saddam l'Iraq aveva accumulato oltre 120 miliardi di dollari Usa. Decine di miliardi sono stati condonati l'anno scorso, con una certa riserva da parte di Francia e Russia.

Il paese continua ad avere bisogno della comunità internazionale. Il primo ministro Al Jafaari ha dichiarato che l'Iraq "necessita di aiuti nei servizi di base quali le infrastrutture economiche, la sanità, la sicurezza". Il Ministro delle finanze, Ali Allawi, ha detto che anche il problema della corruzione è diminuito in Iraq.

Corruzione e sicurezza sono i due motivi che frenano molti stati a devolvere gli aiuti promessi. A causa delle violenze e della corruzione solo una piccolissima parte dei 15 miliardi di dollari promessi dai paesi del mondo (esclusi USA) è giunta in Iraq. Gli Stati Uniti hanno stanziato 18 miliardi di dollari in aiuti, ma i progetti ad essi legati hanno subito rallentamenti sempre a causa della insicurezza. Fra i problemi che accrescono l'insicurezza vi sono le infiltrazioni di terroristi da Siria, Iran e Arabia Saudita. Il mese prossimo ad Amman vi sarà un incontro dei paesi donatori per accelerare i trasferimenti delle donazioni.

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