Conferenza episcopale russa: Possiamo crescere solo nella collaborazione con gli ortodossi
Mosca (AsiaNews) – “La comunità cattolica in Russia è una minoranza e deve collaborare con quella ortodossa, solo così potrà svilupparsi al meglio. Per questo, possiamo dire di essere interessati a un ortodossia che sia forte”. Sono le parole del segretario generale della Conferenza episcopale cattolica russa p. Igor Kovalevsky, intervistato dal quotidiano Nezavisimaya Gazeta.
Nell’intervista il sacerdote sottolinea le vicinanze più che le differenze tra le due Chiese: “Abbiamo quasi gli stessi insegnamenti su molte questioni” e “l’unica che ci divide fondamentalmente è il ruolo del Papa, il vescovo di Roma”. Le due comunità, continua p. Kovalevsky, hanno gli stessi valori e devono proteggerli davanti alle sfide del secolarismo moderno. Per il sacerdote, l’Europa oggi ha bisogno di una rievangelizzazione dopo aver perso le sue radici cristiane: “E’ un problema molto serio, la sfida principale della cultura europea contemporanea è la sua antireligiosità”, un fronte su cui Benedetto XVI è impegnato da sempre. I cattolici – aggiunge - si trovano anche a dover smentire lo stereotipo che associa il cattolicesimo alla cultura occidentale contemporanea, che tende invece a tenere Dio lontano dalla società.
Sul tema sempre attuale di un possibile incontro tra il Papa e il Patriarca di Mosca Kirill, p. Kovalevsky ribadisce le posizioni già espresse dalla stessa Chiesa russo-ortodossa: “Né i cattolici, né gli ortodossi vogliono che l’incontro sia solo di protocollo. E per questo, quando avverrà lo deciderà la volontà di Dio”.
Nell’intervista emerge anche l’annoso problema della mancanza di sufficienti parrocchie a Mosca. Oggi, la maggior parte dei cattolici di Russia si concentra nella capitale, dove – evidenzia il segretario della Conferenza episcopale - due chiese e una terza in costruzione “sono troppo poche”. A Mosca e dintorni si contano circa 50mila fedeli, ma le chiese sono meno che a Pietroburgo. “E’ il nostro problema principale nella capitale - racconta - fino alla Rivoluzione del 1917 a Mosca c’erano la chiesa di San Ludovico e la parrocchia dei Santi apostoli Pietro e Paolo. Quest’ultima fu confiscata e come nuovo luogo di culto sorse la chiesa dell’Immacolata Concezione della Vergine Maria, che oggi è la nostra cattedrale. La chiesa dei Santi Pietro e Paolo, purtroppo, fu privatizzata e la giustizia diede legittimità a tale atto”. La maggioranza dei cattolici è composta da cittadini russi, ma di origine polacca, tedesca o lituana e le funzioni si volgono tutte in lingua russa. (NA)