Condannato il figlio di Chen Liangyu, ex leader di Shanghai
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Il tribunale di Tianjin ha condannato ieri Chen Weili, figlio dell’ex boss comunista di Shanghai Chen Luangyu, a tre anni di carcere per corruzione nello scandalo sulla sottrazione dei fondi pensione della città, con pena sospesa per “buona condotta” e per avere ammesso le proprie colpe e fatto autocritica.
Reazioni critiche dei molti che ritengono “troppo leggera” la pena, specie perché “non farà un giorno di galera”. Una delle imprese coinvolte nella sparizione dei fondi pensionistici, la Huawen Investment Holding, gli ha dato un milione di yuan l’anno quale “stipendio”. E’ anche stato vicedirettore generale della società di calcio Shanghai Shenhua, su “richiesta” del padre, con compenso di 352mila yuan. Ma analisti rilevano la volontà di chiudere la vicenda, dopo la condanna dei principiali personaggi. Secondo la stampa, Chen Weili ha detto che non farà appello.
Il padre, Chen Liangyu (nella foto) è stato leader del Partito a Shanghai e membro del Politburo, finché nel settembre 2006 è stato coinvolto nella sottrazione di milioni di yuan dei fondi pensione della città, in gran parte usati per finanziarie ditte. Sono stati già condannati oltre 20 funzionari e imprenditori della "cricca di Shanghai", anche con una condanna a morte (sospesa) e vari ergastoli. Lo scorso aprile Chen è stato condannato a 18 anni di carcere per corruzione e abuso di potere. Nel processo ha “ammesso in parte” di essersi appropriato di somme, ma senza dichiararsi colpevole di corruzione. La sua collaborazione avrebbe potuto contribuire a evitare una dura condanna al figlio.
Quello di Shanghai è il più imponente scandalo per corruzione, dopo quello del 1995 contro il sindaco di Pechino Chen Xitong, poi condannato a 16 anni. La caduta di Chen è considerata segno della vittoria della nuova leadership del presidente Hu Jintao sul gruppo del suo predecessore Jiang Zemin, protettore di Chen.