Condannato a 18 anni Chen Liangyu, ex leader di Shanghai
Pechino (AsiaNews/Agenzie) - L’ex capo del Partito comunista di Shanghai Chen Liangyu è stato condannato oggi a 18 anni di carcere per corruzione. La sua caduta è considerata segno della vittoria della nuova leadership del presidente Hu Jintao sul gruppo del suo predecessore Jiang Zemin.
Chen, già sindaco di Shanghai ed ex membro del Politburo (vero organo di comando nel Paese), è stato processato a Tianjin in un solo giorno, a fine marzo, per lo scandalo dei fondi pensione di Shanghai. Fonti ufficiali parlano di 33,9 miliardi di yuan (circa 3,4 miliardi di euro) sottratti e spartiti tra decine di funzionari comunisti e dirigenti di ditte, per finanziare, fare investimenti immobiliari e acquisti di azioni societarie.Ma Chen è stato processato per “solo” 2,39 milioni di yuan. Lo scandalo è esploso nel settembre 2006. Sono stati già condannati oltre 20 funzionari, anche con una sentenza di morte (sospesa) e vari ergastoli.
Nel processo Chen ha “ammesso in parte” di essersi appropriato di somme, ma senza dichiararsi colpevole di corruzione.
Quello di Shanghai è il più imponente scandalo per corruzione, dopo quello del 1995 contro il sindaco di Pechino Chen Xitong, poi condannato a 16 anni. Esso è ritenuto i passo fondamentale nella lotta di potere tra la leadership di Hu e la “cricca di Shanghai”, da sempre fedele all'ex presidente Jiang Zemin. Pochi giorni fa è stato condannato a 19 anni Zhang Rongkun, piccolo commerciante che, grazie alle giuste conoscenze e alla corruzione, è diventato nel 2005 il 16mo uomo più ricco della Cina. Anch'egli era legato allo scandalo per i fondi pensione.