Condanna a 11 anni per il cognato di Liu Xiaobo
Pechino (AsiaNews/Agenzie) - La corte di Huairou (Pechino) ha condannato a 11 anni di carcere per frode Liu Hui, il cognato dello scrittore e dissidente Liu Xiaobo. Anche il Premio Nobel per la Pace 2010 sta scontando una pena di 11 anni per "sovversione contro lo Stato". Secondo la moglie di Liu Xiaobo, Liu Xia, la condanna è un segno di accanimento del governo verso la sua famiglia.
Gli avvocati difensori affermano che la sentenza contro Liu Hui è troppo aspra e che il caso non avrebbe dovuto essere trattato come un caso criminale, ma civile.
Liu Hui e un suo partner in una compagnia immobiliare, sono stati accusati di aver intascato 3 milioni di yuan che invece sarebbero dovuti andare a un'altra parte della transazione. Secondo gli avvocati, il denaro è stato restituito e la polizia, dopo l'inchiesta lo scorso autunno, ha cancellato l'accusa. Ma in seguito tale accusa è stata ripresa e ha portato alla condanna di ieri.
Liu Xia, sorella del condannato, ha avuto il permesso di assistere al processo: pur non essendo accusata di nulla, ella vive agli arresti domiciliari a Pechino, senza possibilità di comunicazioni con l'esterno. Uscendo piangendo dall'aula ha commentato: "Non posso accettare questo. Questa è solo persecuzione" (v. foto).
"Vedendo quello che è successo alla mia famiglia - ha aggiunto - e il tipo di vita che ho passato in questi ultimi due anni, non posso dire che [in Cina] vi siano miglioramenti. Non riesco a vedere nessuna speranza".
La presa di potere di Xi Jinping, lo scorso novembre, aveva suscitato diverse speranze fra gli attivisti perché Xi è conosciuto come un "riformista". Invece, a più di sei mesi di distanza, sembrano essere accresciuti la censura, gli arresti di dissidenti, il controllo delle informazioni. Lo stesso Xi in alcune occasioni ha esaltato l'eredità di Mao. Ai tempi del Grande Timoniere era usuale perseguitare una persona e tutta la sua famiglia.
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