Concerto per la riconciliazione di ebrei, cristiani e musulmani
Città del Vaticano (AsiaNews) Le note delle musiche di Mahler e di Harbinson come occasione per far rinascere "il bisogno pressante di una sincera riconciliazione tra i credenti dell'unico Dio", senza nascondere "i momenti dolorosi", "le luci e le ombre" della storia fra cristiani ebrei e musulmani. Questo il senso del Concerto della Riconciliazione eseguito davanti a Giovanni Paolo II ieri pomeriggio nella sala Paolo VI. Presenti personalità ebraiche italiane e straniere, fra cui il rabbino Elio Toaff e il rabbino capo d'Israele Jona Metzgher. L'incontro concludeva la giornata di dialogo ebraico-cristiano, tenutosi a Roma. Alla manifestazione erano presenti anche personalità musulmane come l'ex ambasciatore italiano in Arabia Saudita, on. Mario Scialoia e l'imam della moschea di Roma, Abdulawahab Hussein.
Il Concerto, eseguito dalla "Pittsburgh Symphony Orchestra" e dai cori di Ankara, Cracovia, Londra e Pittsburgh, è stato diretto dal maestro Gilbert Levine.
Dopo aver salutato i partecipanti, gli organizzatori e gli sponsor (i Cavalieri di Colombo) della manifestazione, Giovanni Paolo II ha detto: "
"La scelta dei brani di questa sera ha voluto richiamare alla nostra attenzione due punti importanti che, in certo modo, accomunano quanti si richiamano all'Ebraismo, all'Islam e al Cristianesimo, anche se i rispettivi testi sacri li trattano in modo differenziato. I due punti sono: la venerazione per il Patriarca Abramo e la resurrezione dei morti. Ne abbiamo ascoltato il magistrale commento nel mottetto sacro "Abramo" di John Harbison, e nella sinfonia numero 2 di Gustav Malher, ispirata al poema drammatico "Dziady" dell'illustre drammaturgo polacco Adam Mickiewicz.
La storia dei rapporti tra Ebrei, Cristiani e Musulmani è segnata da luci e da ombre e, purtroppo, ha conosciuto momenti dolorosi. Oggi, si sente il bisogno pressante di una sincera riconciliazione tra i credenti nell'unico Dio.
Questa sera, siamo qui riuniti per dare concreta espressione a questo impegno di riconciliazione, affidandoci all'universale messaggio della musica. Ci è stato ricordato il monito "Io sono Dio onnipotente: cammina davanti a me e sii integro" (Gen 17, 1). Ogni essere umano sente risuonare in sé queste parole: egli sa di dover un giorno rendere conto a quel Dio che, dall'alto, ne osserva il cammino sulla terra.
L'auspicio che insieme esprimiamo è che gli uomini siano purificati dall'odio e dal male che minacciano continuamente la pace, e sappiano tendersi reciprocamente mani ignare della violenza, ma pronte ad offrire aiuto e conforto a chi è nel bisogno.
L'Ebreo onora l'Onnipotente come protettore della persona umana, e Dio delle promesse di vita. Il Cristiano sa che l'amore è il motivo per cui Dio entra in rapporto con l'uomo e che l'amore è la risposta che Egli s'attende dall'uomo. Per il Musulmano, Dio è buono e sa colmare il credente delle sue misericordie. Nutriti da queste convinzioni, Ebrei, Cristiani e Musulmani non possono accettare che la terra sia afflitta dall'odio, che l'umanità risulti sconvolta da guerre senza fine.
Sì! Dobbiamo trovare in noi il coraggio della pace. Dobbiamo implorare dall'Alto il dono della pace. E questa pace si spanderà come olio che lenisce, se percorreremo senza sosta la strada della riconciliazione. Allora il deserto diventerà un giardino dove regnerà la giustizia, ed effetto della giustizia sarà la pace (cfr Is 32, 15-16). Omnia vincit amor!".