14/07/2006, 00.00
UZBEKISTAN
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Con una falsa accusa di proselitismo il governo uzbeko chiude una Ong

Secono i giudici, l'Organizzazione statunitense faceva proselitismo in un villaggio, dove uno degli imputati non è neppure mai stato. Analisti: la verità è che si teme l'influenza culturale dell'Occidente sulla popolazione.

Tashkent (AsiaNews/Icc) – Il governo uzbeko accusa di "attività religiose illegali" le Ong straniere, ma lo scopo reale è farle chiudere per allontanare dal Paese ogni possibile influenza della cultura occidentale. È  successo all'Organizzazione non governativa, Central Asia Free Exchange (CAFE), con sede negli Stati Uniti, e che ora si batte per poter tornare di nuovo a lavorare in Uzbekistan a favore della popolazione.

Le autorità di Thashkent hanno ordinato la chiusura definitiva delle attività della CAFE in tutto il Paese dopo che un tribunale ha dichiarato i suoi operatori colpevoli di attività religiose illegali volte al proselitismo cristiano. Secondo esperti locali, il ricorso presentato dalla Ong non ha possibilità di essere accolto, visto che i tribunali sono nelle mani dei funzionari del presidente Karimov. Il verdetto è atteso in questi giorni.

Secondo i documenti presentati dall'accusa, il personale della Ong avrebbe distribuito materiale religioso illegale e usato intimidazioni per convertire 20 persone del villaggio di Komi Cho'li. Uno degli imputati non è neppure mai stato in quella zona. Tra le colpe della CAFE, impegnata solo in progetti tecnici come la formazione di personale sanitario, la ricostruzione di orfanotrofi e l'insegnamento dell'inglese, vi è anche quella di aver usato un logo non registrato e non possedere una licenza per l'uso di Internet.

Uno dei responsabili della CAFE, James Hall, spiega che tutti gli operatori della Ong sono cristiani e definisce la condanna "completamente insensata". "Nei nostri progetti – sottolinea – non vi è nulla di religioso, né con essi cerchiamo di convertire gi uzbeki al Cristianesimo". Egli aggiunge che per rispettare le normative locali, ai dipendenti della CAFE era vietato partecipare a grandi raduni religiosi e non discutevano di nessun argomento che riguardasse la religione.

Secondo alcuni osservatori in Uzbekistan, il caso della CAFE ha un movente politico e quella del proselitismo è solo una scusa dietro cui si nasconde il vero scopo del governo: chiudere le Ong straniere per allontanare ogni possibile influenza della cultura occidentale nel Paese. 

In Uzbekistan il 90% della popolazione è musulmana, forti sono le violazioni alla libertà religiosa e il governo mira a controllare ogni aspetto della società.

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