Compagnia mineraria Usa, “non colpevole” di inquinamento nelle Sulawesi
Jakarta (AsiaNews/Agenzie) – Un tribunale indonesiano ha giudicato “non colpevole” il dirigente di un’industria mineraria statunitense e la sua compagnia, Newmont Mining Corporation, accusati di inquinare la Buyat Bay, nel mare di Sulawesi, e di provocare gravi malattie agli abitanti locali. Il verdetto, emesso oggi dalla corte distrettuale di Manado dopo 20 mesi di processo, strizza l’occhio agli investitori esteri e delude gli ambientalisti.
Se giudicato colpevole Richard Ness, 57 anni, rischiava una pena massima di 10 di detenzione ed una multa di 60mila dollari. A fare causa alla compagnia di Denver - tra i giganti internazionali dell’estrazione di metalli preziosi - la popolazione della zona, secondo la quale i rifiuti tossici gettati in mare dallo stabilimento avrebbero causato malattie della pelle e tumori.
Le prove esaminate dai giudici hanno, invece, scagionato la Newmont: i rifiuti prodotti dalla ditta rientravano negli standard di sicurezza stabiliti da Jakarta. Mentre si pronunciava la sentenza, fuori dal tribunale circa mille persone protestavano e chiedevano giustizia. Attivisti per l’ambiente notano che al di là dei dati esaminati dalla corte, solo ricerche condotte nell’arco dei prossimi 30 anni sugli abitanti della zona potranno dire se non sia avvenuto un avvelenamento da arsenico.
La Newmont ha iniziato le sue operazioni nel Mare di Sulawesi nel 1996, interrompendole nel 2004 dopo che aveva estratto tutto l’oro possibile. In Indonesia, le attività gestite da compagnie occidentali, soprattutto Usa, non sono molto gradite: spesso hanno un forte impatto ambientale e l'aumento dell’influenza straniera nello sfruttamento delle risorse locali non è gradito a molti.
12/07/2018 12:32
22/03/2007