Commemorato il 75° anniversario della Consacrazione di Bandra a Cristo Re
Mumbai (AsiaNews) – Oltre 5mila sacerdoti, religiosi e fedeli hanno partecipato alla cerimonia di commemorazione del 75° anniversario della consacrazione di Bandra (Mumbai) a Cristo il Re, presso la scuola S. Andrea a Bandra il 7 febbraio. Dopo una giornata di adorazione, il Santo Sacramento è stato portato in processione lungo le vie della zona, su un carro coperto di fiori, con canti di lode, salmi e striscioni celebrativi.
Il cardinale Oswald Gracias, presidente della Conferenza episcopale indiana, ha presieduto la cerimonia e in un vibrante discorso ha invitato tutti i fedeli a non avere paura di testimoniare il regno di Cristo, fattore di pace e di armonia, e a vivere la preghiera anzitutto in casa e nella famiglia.
Il porporato ha invitato tutti a “non ricordare soltanto, ma a rinnovare la consacrazione, che significa avere Dio come proprio Re. Un Re è colui le cui leggi sono seguite, è un capo che indica la strada. Oggi i re non sono popolari, ma Cristo è un Re il cui regno - come dice il Vangelo - non è di questa terra. Cristo desidera essere Re delle nostre vite, dei nostri cuori, delle nostre case e del nostro spazio interiore. Accettare Cristo come Re significa accettare il Suo insegnamento evangelico, è un invito a seguire Cristo in modo completo”.
Egli ha ricordato la risposta del Mahatma Gandhi quando Stanley Jones gli chiese cosa i cristiani devono fare per essere veri cittadini indiani: “Voi cristiani –disse Gandhi - dovete seguire Cristo in modo pieno, dove non trascurare il Vangelo, dove vivere con Amore in modo forte e motivato”.“Oggi – ha ribadito il card.. Gracias - che noi celebriamo questo anniversario, dobbiamo seguire Cristo in modo pieno, non dobbiamo trascurare il Vangelo, dobbiamo vivere con Amore in modo forte e motivato”.
Una speciale attenzione è stata rivolta alle famiglie, istituzione che deve essere preservata dalle molte minacce della società moderna. “La famiglia – ha ricordato - è l’unità sacra creata da Dio e il modo più efficace per proteggerla è portare la preghiera dentro la famiglia”. “La preghiera rende Dio presente nelle nostre case, la preghiera ci porta forza, ci porta la benedizione di Dio nelle nostre case, favorisce unità e amore nella famiglia, la preghiera ci protegge dal male”. “Per anni ho lavorato con famiglie che hanno problemi [ha lavorato per decenni nel Tribunale per il matrimonio] e posso testimoniare che non ho visto nessuna famiglia rompersi se vivevano insieme la preghiera”. “Proclamare Cristo il Re non avrebbe senso, se non Lo portiamo nelle nostre case, in famiglia”.
“Noi viviamo in un ambiente non cristiano, ed è possibile che la sola luce di Cristo che la gente vede sia la nostra vita e la mia vita. La sola dimostrazione del Vangelo che diamo a milioni di persone è la nostra e la mia vita. La vita di Madre Teresa ha mostrato alla gente il volto di Dio. La vita dei nostri missionari, che si dedicano instancabili al servizio comune, nelle città come in zone rurali remote, mostra alla gente la volontà di Cristo. Questa è la missione di religiosi e fedeli laici: mostrare l’amore l’uno verso l’altro e verso gli estranei”.
“La nostra vita, il nostro lavoro e la nostra parola siano testimonianza dell’insegnamento di Cristo. Il nostro lavoro deve essere servizio per gli altri. Dobbiamo essere veri discepoli di Cristo… Le nostre istituzioni, le nostre case siano luoghi dove prestare servizio agli altri”. “Questo significa avere Cristo come Re”. “Se Cristo è il nostro Re (ed Egli lo è), è nostro dovere diffondere il Regno di Gesù, il Regno dello spirito, di amore, pace, gioia e giustizia”.
“Io vi invito e vi sfido – ha concluso - a rinnovare il vostro impegno, e, ancora di più, a trovare le vie per rinnovare la regalità di Cristo e per diffondere il Suo Regno, per renderci creatori di pace e armonia presenti, per far diventare attuale il Suo amore, per farLo conoscere, amare e seguire. A questo siamo tutti chiamati: ricordare, rinnovare e riscoprire le strade per vivere la regalità di Gesù”.