Comitato saudita per gli editti religiosi: “dura punizione” per il giovane che ha offeso Maometto
Hamza Kashghari, poeta e scrittore, è “infedele, sacilego e apostata”. La polizia della Malaysiia ne conferma l’arresto. Per la Shariah, chiunque commette azioni sacrileghe che lo possono segnare di infedeltà ha tre giorni di tempo per pentirsi, passati i quali deve essere decapitato.
Riyadh (AsiaNews/Agenzie) – E’ “infedele, sacilego e apostata” Hamza Kashghari, il poeta e scrittore saudita arrestato in Malaysia per alcune frasi scritte su Twitter riguardo a Maometto, e deve avere una “dura punizione”.
La minaccia viene dal Permanent Committee for Scholarly Research and Religious Edicts (Ifta), secondo il quale “chiunque osa deridere di Allah, il Profeta o il Libro santo mina la religione e se ne mostra nemico. E’ compito delle autorità perseguire tali criminali”.
Le accuse contro Hamza, che ha 23 anni, nascono da alcune frasi scritte su Twitter la scorsa settimana, prima dell’anniversario della nascita del profeta Maometto: “Nel tuo compleanno, dirò che ho amato il ribelle che è in te, che sei sempre stato una fonte di ispirazione per me, e che non amo l’alone di divinità intorno a te. Non pregherò per te”. E ha continuato così: “nel tuo compleanno, non mi inchinerò davanti a te. Non ti bacerò la mano. Piuttosto, te la stringerò, come si fa fra eguali e ti sorriderò mentre tu mi sorridi. Ti parlerò come a un amico, niente di più. Ho amato alcuni tuoi aspetti, odiato altri, e altri non li ho capiti”.
Hamza ha avuto più di 30mila risposte in un giorno; è stato accusato di blasfemia, ed è stata chiesta la sua morte. Ha rimosso il tweet, e ha scritto delle scuse, chiedendo perdono. Ma la valanga non si è fermata. Qualcuno ha postato il suo indirizzo su YouTube, e dei vigilantes sono venuti a cercarlo dalla vicina moschea. Il ministro dell’Informazione ha proibito a tutti i giornali di pubblicare qualsiasi cosa scritta da lui, e il Consiglio degli anziani ha emanato un raro e duro comunicato di condanna chiedendo che fosse messo sotto processo. Re Abdullah stesso ha emanato l’ordine di arresto.
Due giorni fa il giovane ha deciso di lasciare il Paese, ma è stato fermato dalla polizia della Malaysia. Oggi un portavoce della stessa polizia ha confermato che “Hamza Kashgari è stato arrestato all’aeroporto internazionale, facendo seguito a una richiesta avanzata per mezzo dell’Interpol dalle autorità saudite”.
Malaysia e Arabia Saudita non hanno un trattato di estradizione, ma un funzionario del Ministero degli interni ha detto che potrà essere estradato sulla base dell’accordo bilaterale sulla sicurezza”.
Per la Shariah, chiunque commette azioni sacrileghe che lo possono segnare di infedeltà ha tre giorni di tempo per pentirsi, passati i quali deve essere decapitato.
La minaccia viene dal Permanent Committee for Scholarly Research and Religious Edicts (Ifta), secondo il quale “chiunque osa deridere di Allah, il Profeta o il Libro santo mina la religione e se ne mostra nemico. E’ compito delle autorità perseguire tali criminali”.
Le accuse contro Hamza, che ha 23 anni, nascono da alcune frasi scritte su Twitter la scorsa settimana, prima dell’anniversario della nascita del profeta Maometto: “Nel tuo compleanno, dirò che ho amato il ribelle che è in te, che sei sempre stato una fonte di ispirazione per me, e che non amo l’alone di divinità intorno a te. Non pregherò per te”. E ha continuato così: “nel tuo compleanno, non mi inchinerò davanti a te. Non ti bacerò la mano. Piuttosto, te la stringerò, come si fa fra eguali e ti sorriderò mentre tu mi sorridi. Ti parlerò come a un amico, niente di più. Ho amato alcuni tuoi aspetti, odiato altri, e altri non li ho capiti”.
Hamza ha avuto più di 30mila risposte in un giorno; è stato accusato di blasfemia, ed è stata chiesta la sua morte. Ha rimosso il tweet, e ha scritto delle scuse, chiedendo perdono. Ma la valanga non si è fermata. Qualcuno ha postato il suo indirizzo su YouTube, e dei vigilantes sono venuti a cercarlo dalla vicina moschea. Il ministro dell’Informazione ha proibito a tutti i giornali di pubblicare qualsiasi cosa scritta da lui, e il Consiglio degli anziani ha emanato un raro e duro comunicato di condanna chiedendo che fosse messo sotto processo. Re Abdullah stesso ha emanato l’ordine di arresto.
Due giorni fa il giovane ha deciso di lasciare il Paese, ma è stato fermato dalla polizia della Malaysia. Oggi un portavoce della stessa polizia ha confermato che “Hamza Kashgari è stato arrestato all’aeroporto internazionale, facendo seguito a una richiesta avanzata per mezzo dell’Interpol dalle autorità saudite”.
Malaysia e Arabia Saudita non hanno un trattato di estradizione, ma un funzionario del Ministero degli interni ha detto che potrà essere estradato sulla base dell’accordo bilaterale sulla sicurezza”.
Per la Shariah, chiunque commette azioni sacrileghe che lo possono segnare di infedeltà ha tre giorni di tempo per pentirsi, passati i quali deve essere decapitato.
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