Comitato Olimpico: "Prima dei Giochi vogliamo il rispetto dei diritti umani in Cina"
Il Comitato olimpico internazionale si dice "preoccupato" anche per il problema inquinamento e sottolinea: "Monitoriamo la situazione dei diritti umani da tempo: è necessario che vengano rispettati".
Seoul (AsiaNews) Il Comitato olimpico internazionale (Cio) "vuole il pieno rispetto dei diritti umani in Cina" prima di celebrare in questo Paese le Olimpiadi del 2008: sull'argomento "è stato assolutamente chiaro già in passato".
Jacques Rogge, presidente del Cio, ha aperto con queste parole l'incontro fra i membri del Comitato che si è svolto ieri, mercoledì 5 aprile in Corea del Sud. "Il movimento olimpico ha detto ha un passato pieno di impegno a favore dei diritti umani, di cui andiamo fieri: abbiamo aiutato la fine dell'apartheid in Sud Africa così come abbiamo lottato contro la dittatura militare qui in Corea".
"Monitorare la situazione dei diritti umani in Cina ha sottolineato - non è il nostro lavoro, ma siamo in costante contatto da tempo con delle agenzie specializzate e con delle Organizzazioni non governative che ci tengono informati".
Secondo Rogge, lo svolgimento dei Giochi "può aiutare lo sviluppo dei diritti umani". "E' evidente, e non lo dico solo io, che svolgere in Cina una manifestazione importante come le Olimpiadi può solo fare del bene al miglioramento dei diritti umani. Siamo sicuri di questo perché un evento del genere, coperto da oltre 25 mila giornalisti accreditati, metterà finalmente la Cina in contatto con il mondo intero".
Il presidente ha poi detto di aver "ascoltato con attenzione" il rapporto tecnico presentato da Hein Verbruggen, membro del Comitato, di rientro da Pechino. "Il suo rapporto ha detto è positivo, anche se siamo preoccupati per l'inquinamento del Paese: siamo sicuri che i nostri amici cinesi faranno di tutto per risolvere al più presto questo problema".
Per le questioni tecniche "il Cio si può dire soddisfatto di come si sta evolvendo la situazione e delle promesse del Comitato di Pechino, che ha affermato di voler terminare in tempo il largo progetto edilizio che trasformerà la capitale in una moderna città olimpica".
L'entusiasmo di Rogge davanti alla trasformazione di Pechino ha un prezzo: sono più di 300, infatti, i villaggi che subiscono questa rapida espansione edilizia. Qui vivono circa 1,5 milioni di persone che, ignorati dalle autorità, continuano a vedere le loro case distrutte dalle ruspe del governo che vi costruisce sopra nuovi stabilimenti sportivi o commerciali.