Cominciato lo sbarco delle truppe italiane nel sud Libano
Sono i primi 800 soldati della forza multinazionale dell'Onu. Pressioni per far arrivare truppe da paesi islamici perché le truppe Unifil non siano solo "europee" e "occidentali".
Tiro (AsiaNews/Agenzie) È iniziato stamane su 2 spiagge di Tiro lo sbarco delle truppe italiane dell'Unifil Plus per il controllo e il mantenimento del cessate-il-fuoco fra Israele ed Hezbollah.
Per tutta la giornata di oggi è previsto lo sbarco di 880 soldati da 5 navi ormeggiate al largo del porto meridionale libanese. Altri 200 soldati italiani dovrebbero giungere domani a Beirut. Fra tutti i paesi che hanno accettato di partecipare alla missione Onu, l'Italia si è impegnata con il maggior contingente: 3 mila uomini. La Francia, che aveva dapprima inviato 250 truppe, ha poi deciso per 2 mila. Il governo spagnolo ha autorizzato l'invio di mille soldati, ma è in attesa dell'approvazione del parlamento. L'Unione Europea contribuirà per 6900 al rafforzamento della forza di pace nel sud Libano. La risoluzione 1701 dell'Onu ne richiede 15 mila da affiancare ad altrettante truppe dell'esercito libanese. Nonostante Israele abbia obiettato di non volere soldati da paesi senza rapporti diplomatici con Tel Aviv, l'Indonesia ha deciso di inviare mille truppe in sud Libano. Altri paesi islamici come il Bangladesh e la Malaysia hanno chiesto di poter contribuire.
Anche il governo turco ha proposto al suo parlamento di votare per l'invio di truppe in Libano, nonostante una forte opposizione interna. Molti turchi temono che le loro truppe finiranno per scontrarsi con i loro correligionari sciiti Hezbollah. Il ministro Recep Tayyip Erdogan ha assicurato la popolazione che i soldati turchi non avranno il compito di disarmare le milizie sciite.
L'Europa spinge per una partecipazione dei paesi islamici alle truppe Onu per evitare l'impressione che la forza multinazionale sia solo una occidentale.