Comincia il processo a Wang Lihong, attivista per la giustizia
È accusata di “aver creato disordini” perché domandava la riapertura di un’inchiesta sulla morte di una ragazza. Ha sostenuto pubblicamente Liu Xiaobo, il premio Nobel che Pechino considera “un criminale”. Molti dissidenti sono sfuggiti al controllo di sicurezza per mostrarle solidarietà davanti alla corte.
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – È iniziato stamane il processo all’attivista Wang Lihong, una delle dissidenti arrestate fra i primi nel tentativo di soffocare la cosiddetta “rivoluzione dei gelsomini” in Cina.
Wang, 56 anni, è accusata di “aver creato disordini”, partecipando a una dimostrazione nell’aprile dello scorso anno, a sostegno di una donna analfabeta che chiedeva la riapertura dell’inchiesta sulla morte della figlia uccisa.
Wang è stata arrestata però solo lo scorso marzo, nelle retate contro dissidenti e attivisti per prevenire una “rivoluzione dei gelsomini” in Cina. Il figlio della donna, Qi Jianxiang, 26 anni, ha fatto notare che sua madre è accusata di un “crimine” compiuto nel sud della Cina, ma viene processata a Pechino, forse per spaventare la dissidenza.
Diversi suoi sostenitori hanno dimostrato oggi davanti alla corte, gridando slogan del tipo “Wang Lihong, torna a casa” e “Wang Lihong è innocente”.
Fra i presenti vi era anche Zhao Lianhai, l’uomo che ha fondato un comitato di genitori che hanno avuto figli malati o morti per lo scandalo del latte alla melamina. Zhao era stato condannato a due anni e mezzo di prigione, poi scarcerato lo scorso dicembre e tenuto sotto controllo. Egli è riuscito a sfuggire ai controlli di sicurezza per mostrare solidarietà a Wang.
Lo scorso ottobre Wang ha pure celebrato in modo palese l’assegnazione del premio Nobel per la Pace allo scrittore Liu Xiaobo, ora detenuto, spiegando ai giornalisti che “ogni persona deve imparare cosa significa essere cittadino, e non diventare subordinato di altri”, “deve conoscere i propri diritti umani e poterli garantire”.
Negli ultimi mesi Pechino ha arrestato decine di dissidenti, avvocati, portatori di petizioni per fermare ogni possibile rivolta o dimostrazione che prendesse modello da quelle del Medio oriente.
Wang, 56 anni, è accusata di “aver creato disordini”, partecipando a una dimostrazione nell’aprile dello scorso anno, a sostegno di una donna analfabeta che chiedeva la riapertura dell’inchiesta sulla morte della figlia uccisa.
Wang è stata arrestata però solo lo scorso marzo, nelle retate contro dissidenti e attivisti per prevenire una “rivoluzione dei gelsomini” in Cina. Il figlio della donna, Qi Jianxiang, 26 anni, ha fatto notare che sua madre è accusata di un “crimine” compiuto nel sud della Cina, ma viene processata a Pechino, forse per spaventare la dissidenza.
Diversi suoi sostenitori hanno dimostrato oggi davanti alla corte, gridando slogan del tipo “Wang Lihong, torna a casa” e “Wang Lihong è innocente”.
Fra i presenti vi era anche Zhao Lianhai, l’uomo che ha fondato un comitato di genitori che hanno avuto figli malati o morti per lo scandalo del latte alla melamina. Zhao era stato condannato a due anni e mezzo di prigione, poi scarcerato lo scorso dicembre e tenuto sotto controllo. Egli è riuscito a sfuggire ai controlli di sicurezza per mostrare solidarietà a Wang.
Lo scorso ottobre Wang ha pure celebrato in modo palese l’assegnazione del premio Nobel per la Pace allo scrittore Liu Xiaobo, ora detenuto, spiegando ai giornalisti che “ogni persona deve imparare cosa significa essere cittadino, e non diventare subordinato di altri”, “deve conoscere i propri diritti umani e poterli garantire”.
Negli ultimi mesi Pechino ha arrestato decine di dissidenti, avvocati, portatori di petizioni per fermare ogni possibile rivolta o dimostrazione che prendesse modello da quelle del Medio oriente.
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