Comincia a fallire la "nuova campagna socialista"
Il progetto di migliorare la situazione dei contadini e renderli più affezionati al Partito comunista, si scontra contro le tendenze ad arricchirsi e ad appropriarsi dei terreni da parte dei capi locali.
Pechino (AsiaNews/Agenzie) Parte già con l'handicap il progetto della "nuova campagna socialista" lanciato nel marzo scorso per affrontare i problemi dei 700 milioni di contadini e per farli tornare ad amare il Partito comunista cinese.
L'anarchico sviluppo economico in questi due decenni ha portato moltissimi svantaggi alle campagne: requisizione di terreni; povertà; migrazione verso le città; inquinamento delle acque. Tutto ciò ha provocato l'abbandono del Partito da parte dei contadini (oltre il 75%), e una crescita delle rivolte sociali, che preoccupano la leadership.
All'Assemblea nazionale del popolo, lo scorso marzo, il premier Wen Jiabao, per risolvere i problemi dei contadini, ha lanciato il programma della "nuova campagna socialista", con investimenti nel campo delle infrastrutture sanitarie, educative e dello sviluppo. Parte di questo progetto è anche una scuola per i quadri del Partito per sensibilizzarli alla situazione. I corsi sono partiti il mese scorso e proseguiranno per altri 8 mesi. Essi sono aperti a 5.300 responsabili locali e capi di sezione da più di 2 mila contee del paese e si svolgono a Pechino, nella Scuola centrale del partito, a Shanghai, nel Jiangxi e nello Shaanxi.
Ma gli stessi organizzatori si lamentano delle finalità troppo generiche. Liu Xutao, della Scuola nazionale di amministrazione afferma: "Sarà un'occasione per condividere opinioni, ma è difficile dire quale efficacia avrà questo esercizio: mancano visioni e misure dettagliate".
Uno degli scopi dei corsi è frenare nei capi locali la tendenza a requisire terreni agricoli di proprietà dei villaggi, per utilizzarli in progetti inutili o che avvantaggiano solo i capi.
Proprio in questi giorni è stato scoperto che usando i fondi della "nuova campagna socialista" in un villaggio del Zhejiang si stanno costruendo 110 ville, contro la volontà degli abitanti. Altre requisizioni di terre si contano nel Guangdong, nell'Henan, nello Shanxi e nelle periferie delle grandi città.
Peng Zhenhui, dell'università di Pechino commenta sconsolato: "Questi corsi hanno un effetto molto limitato e non so se riusciranno a risolvere i problemi reali".