Come aiutare il Myanmar dopo il ciclone Nargis
La Chiesa birmana continua i soccorsi nella tragedia del post-ciclone e organizza campi per i superstiti e gruppi di medici volontari. Le modalità con cui contribuire alla campagna di solidarietà del Pime.
Yangon (AsiaNews) – Continua il lavoro sul campo della Chiesa birmana per aiutare gli sfollati del ciclone Nargis. Intanto, a meno di una settimana dal lancio dell’iniziativa, arriva la prima risposta alla campagna “Sanamu Mieta” (in italiano, “Simpatia e amore”) del Pontificio Istituto Missioni estere (Pime) per l’emergenza nella ex Birmania. Le diocesi colpite dal disastro, Yangon Mawlamyine e Pathein, stanno organizzando gruppi di soccorso e nelle parrocchie sono allestiti campi per i rifugiati. Secondo fonti della Chiesa birmana, nelle due diocesi di Yangon e Pathein sono morte rispettivamente almeno 100 persone solo tra i cattolici.
A Pathein il vescovo, mons. John Hsane Hgyi, con alcuni sacerdoti hanno formato un team che sta girando la zona per raccogliere gli sfollati e portarli nei due centri di accoglienza allestiti nei compound delle parrocchie di Kanazogon e Myaungmya. “Diamo loro cibo, medicine e finora siamo riusciti ad arrivare a mille persone”, riferisce la fonte locale. E aggiunge: “Il prossimo obiettivo è riuscire a formare due gruppi di medici volontari che possano entrare nel territorio della diocesi e assistere i casi più urgenti; la gente e soprattutto i bambini muoiono di fame e colera e dissenteria hanno già fatto numerose vittime tra i più deboli”. L’arcidiocesi di Yangon, dal canto suo, ha istituto un comitato speciale per l’emergenza, il Myanmar Disaster Relief Committe, che comprende rappresentanti delle vittime, delle parrocchie e dei partner donatori.
La giunta militare, però, ha chiuso l’accesso alle zone del ciclone a tutti gli stranieri e non residenti, rendendo impossibile un adeguato intervento.
E mentre si aggrava la crisi umanitaria - fonti non ufficiali parlano di 200mila morti - gli aiuti dall’estero sono ancora bloccati alla frontiera in attesa dei permessi dalle autorità birmane e quei pochi che riescono ad entrare vengono “rubati” dall’esercito. L’Onu dichiara di avere raggiunto solo 270mila degli 1,5 milioni di superstiti bisognosi di aiuto. Intanto l’Agence France Press, denuncia che i soldati si appropriano indebitamente dei carichi di aiuti. Un residente a Yangon vicino ai militari dichiara che il cibo di buona qualità – come i biscotti energetici distribuiti dal World Food Programme viene scambiato con biscotti di scarsa qualità prodotti dal ministero dell’Industria. Gli alimenti “buoni” vengono probabilmente rivenduti al mercato nero o consumati direttamente dall’esercito. E oggi un inquietante avviso diramato dal Centro mondiale Onu di meteorologia parla di un’imminente tempesta tropicale che si sta formando vicino al Myanmar e che potrebbe colpire il Paese sotto forma di un nuovo ciclone.
PORTA LA TUA SOLIDARIETÀTRAMITE IL PIME!
Anche tu puoi contribuire alla campagna di solidarietà, scegliendo una delle modalità di donazione possibili. (Citare il riferimento S-108 - Emergenza Myanmar)
1. Versamento on line con Carta di credito (Visa, Cartasì, Mastercard)
2. Contante: direttamente presso l'Ufficio Aiuto Missioni del Pime in via Mosè Bianchi, 94 - 20149 Milano (tel. 02.438221).
3. Assegno bancario o circolare: intestato a PIMEdit Onlus, via Mosè Bianchi, 94 - 20149 Milano
4. Conto corrente postale: n. 39208202 intestato a PIMEdit Onlus, via Mosè Bianchi, 94 20149 Milano
5. Vaglia postale: indirizzato a PIMEdit Onlus, via Mosè Bianchi, 94 20149 Milano
6. Bonifico bancario: intestato a Pimedit Onlus, Credito Artigiano - P.zza San Fedele, 4 - 20121 MILANO - IBAN IT 10 N 03512 01601 000000005733. (ABI 3512 CAB 01601 CIN N) Si prega di mandare sempre un fax al n° 02/4695193 o una mail a uam@pimemilano.com di conferma dell'avvenuto bonifico, specificando nome, cognome e indirizzo: dati utili all'emissione del documento valido per la detrazione fiscale
7. Carta di credito (Visa, Cartasì, Mastercard): telefonando al n° 02.438221
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