Colombo: leggi e burocrazia frenano la crescita dell’Information Technology
A bloccare lo sviluppo anche la fuga dei cervelli, con 25mila professionisti in un anno che hanno abbandonato il Paese verso l’estero. Una industria che cambia in modo rapido e ha bisogno di competenze maturate nel tempo. Lo scorso anno ha iniettato 2,1 miliardi all’economia nazionale e garantisce un impiego a circa 40mila persone.
Colombo (AsiaNews) - Leggi, norme e regolamenti ormai obsoleti ostacolano la crescita nell’Information Technology and Business Process Management (It-Bpm) in Sri Lanka. Vincoli stringenti e paletti allo sviluppo, che alimentano al tempo stesso il fenomeno della cosiddetta “fuga dei cervelli” come sottolinea ad AsiaNews Manusha Samarawickrama, Ceo di un’azienda leader nel settore: “Dal 2022 - afferma - circa 25mila professionisti It-Bpm hanno abbandonato lo Sri Lanka. Sono emigrati con le famiglie e si sono stabiliti in nazioni straniere”, mentre il Paese di origine “non beneficerà dei loro servizi o dei loro guadagni”.
Norme antiquate ed esodo determinano anche un divario di competenze: “A volte - prosegue - ingegneri software junior, compresi i tirocinanti reclutati dalla nostra organizzazione, non possono essere guidati in modo corretto. La maggior parte di essi è in lotta col proprio lavoro. Dato che l’industria sta cambiando in modo rapido, abbiamo bisogno di persone che abbiano le competenze richieste in materia di It, che non possono essere acquisite o sviluppate da un giorno all’altro. A volte, per questo problema non possiamo accettare ordini da società straniere”.
Il settore It-Bpm è la quarta fonte di guadagno in valuta estera per lo Sri Lanka. Nel 2022 l’industria ha iniettato 2,1 miliardi di dollari nell’economia nazionale e non dipende dalle importazioni, fatta eccezione per i computer e il “servizio cloud” per software specifici come Service (SaaS). Essa impiega circa 150mila persone (di cui 80mila risultano essere contribuenti), con ulteriori opportunità di lavoro indirette ad altri 250mila cittadini.
“La flessibilità riguardo a politiche e procedure è un’altra grande sfida che l’industria deve affrontare” prosegue Manusha Samarawickrama, e spesso “è molto difficile” interagire con le istituzioni governative per “approvazioni e accreditamenti”. Al riguardo, egli cita un esempio recente di una “discussione con un investitore australiano” per la creazione di una sede estera in Sri Lanka, che avrebbe garantito oltre 300 posti di lavoro. “Hanno chiesto una lettera di garanzia dal governo - spiega - sul fatto che non ci saranno blocchi. Abbiamo rincorso ministri e burocrati, ma finora non l’abbiamo ricevuta” e davanti a ogni possibile investitore è sempre “molto difficile” ottenere le autorizzazioni. Ecco perché, conclude, è importante “avviare riforme delle leggi sul lavoro e di un settore in cui il 50% dei dipendenti sono donne, per sostenerne la crescita”.
Chaminda Wijewardene, Senior Software Engineer di una società IT con sede negli Stati Uniti e un ufficio a Colombo, spiega che il ruolo di “catalizzatore della crescita” è svolto dalla Sri Lanka Association for Software Services Companies (Slasscom). Una realtà composta da 200 aziende associate e oltre 40mila dipendenti, essa “determina le priorità e gli obiettivi” e punta a “generare 5 miliardi di dollari in entrate, 200mila posti di lavoro diretti e far nascere 1000 startup It-Bpm entro il 2025”. Ad oggi l’ente deve fronteggiare numerose sfide e limiti, oltre a incoraggiare la fiducia degli investitori in un quadro che resta complicato. Per alcuni operatori stranieri, infatti, l’infrastruttura presente in Sri Lanka non è adeguata, compreso il costo di funzionamento, e i ricavi non coprono gli investimenti anche a causa del recente aumento dei prezzi, compresa l’elettricità.
13/06/2022 10:58
18/11/2017 08:44
13/06/2020 08:00