Colombo: gli omicidi dei giornalisti voluti da ambienti governativi
Colombo (AsiaNews) – Minacce di morte al direttore di un giornale, giornalisti in fuga dal Paese per il timore di nuovi omicidi. Regna un clima di paura in Sri Lanka, dove i media sono oggetto di una campagna di “repressione politica” culminata nell’assassinio, l’8 gennaio scorso, di Lasantha Manilal Wickramatunga, direttore del giornale Sunday Leader.
A lanciare l’allarme è Vincent Brossel, responsabile della sezione Asia-Pacifico di Reporter Senza Frontiere (Rsf), il quale invita il governo a fermare “la fuga dei giornalisti all’estero” a causa della “repressione politica in atto nel Paese”. Secondo Brossel “non sono le Tigri Tamil” a essere responsabili dell’attacco ai media del Paese, ma è in atto una campagna mirata a “zittire le voci contrarie o critiche verso il governo”.
L’ultimo giornalista in ordine di tempo a subire minacce di morte è Freddy Gamage, cattolico e direttore del quotidiano Meepura: il 17 gennaio egli ha ricevuto una telefonata dal sindaco di Negombo, cittadina a 25 km dalla capitale, nella quale gli riferiva di intimidazioni provenienti da bande di delinquenti. “Il sindaco di Negombo – denuncia Freddy Gamage ad AsiaNews – mi ha invitato a smettere di scrivere articoli. In caso contrario, sarò ucciso di sicuro”. Il giornalista, che si occupa anche di diritti umani, spiega che “le bancarelle di Negombo non vendono più il quotidiano Meepura” per le minacce giunte da “alcune bande di delinquenti” della zona.
Fonti locali riferiscono che “almeno cinque giornalisti hanno abbandonato il Paese” in seguito all’assassinio di direttore del Sunday Leader, tra cui Chevaan Daniel, capo di MTV/MBC.
Vincent Brossel ribadisce le accuse ai leader politici di Colombo, i quali sono coinvolti in prima persona nella campagna di repressione contro i media. “I giornalisti – dice – alcuni dei quali lavorano per le testate principali del Paese, non fuggono a causa delle minacce delle Tigri Tamil o per sfuggire alla povertà, ma per le pressioni che arrivano da ambienti vicini al governo”. Nello Sri Lanka, denuncia il capo di Rsf, si respira “un clima di paura”.