Colombo rigetta le accuse di violazione dei diritti umani
Blake ha evidenziato la necessità di un’indagine internazionale sui crimini di guerra in Sri Lanka. “A meno che non ci sia un progresso concreto sui diritti umani e sulla riconciliazione, ci dovrebbero essere dei limiti per la cooperazione sulla sicurezza dei due Paesi”, ha dichiarato il segretario al Comitato per gli affari esteri della Camera dei rappresentanti il 5 aprile scorso.
Per rispondere alle accuse, il ministro Yapa ha ricordato come gli stessi gruppi internazionali e i politici locali che ora chiedono un allentamento delle misure d’emergenza, sono rimasti in silenzio sulle violazioni dei diritti umani perpetrate dalle Liberation Tamil Tigers of Eelam (Ltte) durante la guerra, quando “massacravano il loro stesso popolo”.
Per il ministro le dichiarazioni “infondate” non possono essere accettate e ha puntualizzato che le persone adesso vivono libere la propria vita, in ogni parte del Paese. Anche a nord, l’area più colpita durante il trentennale conflitto. Inoltre, Yapa ha sottolineato che lo Sri Lanka ha le proprie norme e leggi e né queste, né quelle internazionali sono mai state violate.
Durante un comizio elettorale del 5 aprile scorso, il presidente del Congresso indiano Sonia Gandhi ha affermato che l’India tenterà di persuadere lo Sri Lanka a cambiare la propria Costituzione per provvedere a una soluzione politica della questione tamil. In risposta, Yapa ha detto che il ministro degli Affari esteri prenderà misure appropriate a riguardo.