Col "cuore colmo di afflizione" il papa chiede preghiere e azioni efficaci per il Medio oriente
All'udienza speciale per i ministranti, Benedetto XVI condanna il massacro di Qana e "lo spargimento di sangue innocente da qualunque parte esso venga". Ai 35 mila chierichetti domanda di essere "testimoni" della vicinanza con Gesù, anche ascoltando la chiamata al sacerdozio.
Città del Vaticano (AsiaNews) Con "il cuore colmo di afflizione" e negli occhi le "agghiaccianti immagini dei corpi straziati di tante persone, soprattutto di bambini", Benedetto XVI ha chiesto ancora una volta preghiere "per la cara e martoriata regione del Medio Oriente" e un impegno più efficace della comunità internazionale per un' " immediata cessazione di tutte le ostilità" e a porre "le condizioni per una definitiva soluzione politica della crisi".
Ricordando in particolare il massacro di Qana, in Libano, il papa ha detto: "Desidero ripetere che nulla può giustificare lo spargimento di sangue innocente, da qualunque parte esso venga!"
Benedetto XVI ha anche sottolineato che solo una "definitiva soluzione politica della crisi" è capace di "consegnare un avvenire più sereno e sicuro alle generazioni che verranno".
Da quando è iniziato il conflitto fra Israele ed Hezbollah sul confine israelo-libanese, non vi è stato momento pubblico in cui il papa non abbia ripetuto il suo appello per fermare le ostilità da parte d'Israele e di Hezbollah e nel ricercare condizioni di pace duratura, salvaguardando la sicurezza d'Israele, la sovranità libanese e garantendo una patria per i palestinesi.
L'occasione di oggi è stata data dall'udienza speciale concessa da Benedetto XVI agli oltre 35 mila ministranti (chierichetti e cantori) provenienti da tutto il mondo. Era anche la prima udienza in piazza san Pietro dopo la pausa estiva del pontefice.
L'incontro internazionale dei ministranti era organizzata dal Coetus Internationalis Ministrantium, un gruppo fondato ad Altenberg (Colonia, Germania) nel 1960, dedicata alla formazione spirituale dei laici impiegati nel servizio liturgico.
Il papa, parlando in tedesco 30 mila degli intervenuti provenivano dalla Germania ha ricordato loro che servire all'altare "è una testimonianza" di "vicinanza" con Gesù. "Se rimanete uniti a Gesù e le sue parole rimangono in voi ha detto Benedetto XVI - allora sarete veramente suoi apostoli e porterete frutti di bontà e di servizio in ogni ambito della vostra vita: in famiglia, nella scuola, nel tempo libero. Quell'amore che ricevete nella Liturgia portatelo a tutti, specialmente dove vi accorgete che manca amore".
Citando le parole del vangelo di Giovanni ("Non vi chiamo servi, ma amici: rimanete nel mio amore, e porterete molto frutto" - cfr Gv 15,9.16), il papa ha anche chiesto ai giovani ministranti di rimanere attenti alla voce di Gesù.
"Ascoltate questa voce! Ascoltatela con grande disponibilità ha aggiunto - se vi chiama a donarvi senza riserve nella via del sacerdozio. Ascoltatela con fiducia qualunque sia la strada della vostra vocazione, perché Cristo vuole stabilire anche con voi un legame di amicizia, come ha fatto con Simone, che chiamò Pietro, con Andrea, Giacomo, Giovanni e con gli altri Apostoli".
Alla fine il papa ha espresso i suoi saluti in diverse lingue.