13/01/2023, 11.49
ISRAELE - PALESTINA
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Cisgiordania: un nuovo muro di Israele espropria i contadini delle loro terre

Le autorità hanno avviato una nuova costruzione a ovest di Qaffin, nel nord della Cisgiordania. La struttura è alta nove metri, lunga 45 km, con fortificazioni e strumentazione elettronica. Contadino palestinese: in passato la zona era accessibile tre giorni a settimana, ora l’ingresso è “completamente negato”. Dal segretario generale Onu critiche alle “iniziative unilaterali” di Israele. 

Gerusalemme (AsiaNews) - Le autorità israeliane hanno avviato la costruzione di un muro in cemento a ovest della cittadina di Qaffin, a nord di Tulkarem (nella foto), nella zona nord della Cisgiordania, separando i palestinesi della zona dalle migliaia di ettari di campi coltivati. Le nuove mura di divisione si estendono dal villaggio di Salem fino alla città di Tulkarem, sono alte nove metri e avranno una lunghezza complessiva una volta ultimate di circa 45 km. Oltre ai blocchi in cemento sono previste ulteriori fortificazioni e strumentazione elettronica per la sorveglianza. 

“Ai contadini della sola città di Qaffin sarà negato l’accesso a 1.236 acri di terreni” cui si sommano decine di altri appezzamenti “nei villaggi vicini” racconta Muhammad Saeed, un agricoltore della zona. “Nel passato - prosegue - potevamo entrare per tre giorni alla settimana” e spesso le autorità israeliane bloccavano gli accessi “con il pretesto della sicurezza. Ora però, con la costruzione del muro, gli accessi saranno completamente negati” con l’obiettivo di “espropriarci dei nostri terreni”. 

Tayseer Amarneh, sindaco di Akba, nel distretto di Tulkarem, afferma che “queste terre sono palestinesi, ma con la costruzione del muro non potremo più accedervi. Ci rubano la terra, col pretesto risibile [della sicurezza]”. Prima la recinzione, e ora un muro in cemento armato, intanto “i palestinesi perdono terre che coltivano” da tempo immemore.

Nel novembre scorso l’ex ministro della Difesa Benny Gantz ha approvato l’edificazione di un muro in cemento armato nel nord della Cisgiordania lungo circa 100 km. Israele ha iniziato a costruire la “muraglia” nel 2002 e, secondo stime dell’Ufficio Onu per il Coordinamento degli affari umanitari ha raggiunto una lunghezza di 712 km, l’85% dei quali all’interno della Cisgiordania e non lungo la Linea Verde secondo i confini fissati nel 1967. La Corte internazionale di Giustizia (Icj) ha stabilito che il muro costruito da Israele all’interno dei territori palestinesi è illegale. 

Ieri, intanto, il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha criticato apertamente Israele a margine del Consiglio di sicurezza, mostrando preoccupazione per le “iniziative unilaterali” attuate di recente. Il riferimento è alla recente “camminata” del ministro Ben-Gvir alla Spianata delle moschee e le violenze registrate nel 2022, l’anno in cui si è versato più sangue dalla fine della Seconda intifada.

Il capo della diplomazia Onu parla di “anno mortale” per israeliani e palestinese e se, da un lato, “non vi è giustificazione per il terrorismo” dall’altro vanno anche denunciate scelte e decisioni che non aiutano il dialogo e la pace. “Al tempo stesso - prosegue - l’espansione degli insediamenti attuata da Israele, unita alla demolizione di case e agli espropri, alimentano ira e disperazione”. “Sono infine molto preoccupato - conclude Guterres - per le iniziative unilaterali che abbiamo visto negli ultimi giorni. Lo Stato di diritto è al centro del raggiungimento di una pace giusta e globale, basata su una soluzione a due entità statali, in linea con le risoluzioni delle Nazioni Unite, il diritto internazionale e gli accordi precedenti”. 

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