Cinque nuove diocesi per rafforzare l’autorità del Patriarca di Mosca
“Dobbiamo prendere importanti decisioni su come riorganizzare alcune diocesi – ha detto Kirill aprendo la sessione – dobbiamo pensare a che passi intraprendere perché la vita della Chiesa, in tutta una serie di regioni, diventi più intensa e coerente con le direttive del Consiglio dei vescovi”. La ristrutturazione del territorio canonico era già stata avviata nella precedente sessione del Sinodo a marzo, quando furono create nuove diocesi nel Caucaso del nord (Piatigorsk e Circassia, Vladikavkaz e Makhachkalinsk) regione in precedenza sotto le diocesi di Stavropol e Vladikavkaz e quelle di Baku e Prikaspiisk. Le ultime diocesi create sono: Narva (che diventa la seconda diocesi della Chiesa ortodossa estone); Krasnoslobodsk e Ardatov; quella di Khanty-Mansiisk e Surgut; Salekhard e Novo-Urengoisk e infine quella di Eniseisk e Norilsk.
“In Grecia c’è un vescovo in ogni città, mentre noi abbiamo ancora la struttura dell’epoca sovietica, per cui in una diocesi rientrano città distanti tra loro anche 1000 chilometri e i parrocchiani non conoscono neppure chi è il loro vescovo”, ha spiegato al quotidiano Kommersant il direttore dell’ufficio stampa del Patriarcato di Mosca, Vladimir Vigilianskii. “Ridurre la dimensione delle diocesi – ha aggiunto – aiuterà a gestirle meglio”. Secondo il direttore dell’Istituto di religione e legge, Roman Lunkin, “la riforma dell’amministrazione della Chiesa rafforzerà l’autorità personale del Patriarca nelle province, anche perché i nuovi vescovi sono persone a lui grate”.
La Chiesa russo-ortodossa conta 164 diocesi, 217 vescovi, 30.675 parrocchie, 29.324 sacerdoti e 3.850 diaconi. I monasteri sono 805, di cui 398 maschili e 407 femminili. L’anno scorso Kirill ha anche preso il controllo personale del Dipartimento missioni nell’ufficio centrale del Patriarcato, ordinandone l’ampliamento. Allora qualcuno aveva ipotizzato l’applicazione in campo religioso della ‘verticale del potere’ elaborata per la gestione dello Stato da Vladimir Putin nel suo primo mandato da presidente.