Cina: censurata rivista allegata a quotidiano governativo
Le autorità hanno sospeso le pubblicazioni del Bingdiam Weekly. Oscurati anche il blog ed il sito internet della rivista. Intanto Google si auto-censura ed accetta di fornire un servizio di ricerca limitato.
Pechino (AsiaNews/Agenzie) - Le autorità cinesi hanno censurato ieri l'influente settimanale Bingdiam Weekly. Il settimanale, pubblicato in allegato con l'edizione del mercoledì del China Youth Daily, un quotidiano governativo, è noto per le sue storie ed opinioni sugli ultimi 11 anni della Cina. Fonti locali dichiarano che "la pubblicazione è stata sospesa per migliorare l'organizzazione interna" dopo che molti articoli controversi hanno suscitato un intenso dibattito pubblico.
È probabile che la causa finale della sospensione sia un articolo pubblicato due settimane fa che criticava l'interpretazione della Rivolta dei Boxer dei libri di testo ufficiale. Li Datong, direttore del settimanale, la scorsa settimana aveva dichiarato che si aspettava una rivalsa da parte delle autorità, ma non sapeva come o quando. Ieri pomeriggio, secondo una fonte, alcuni ufficiali del "Gruppo gioventù comunista" sono stati convocati per un incontro speciale e sono stati informati della sospensione. A tutti i media cinesi ed i siti internet è stato comunicato di non rendere pubblica la notizia, e Li non è stato informato della decisione fino alle 8 di sera.
"Non posso dichiarare niente, tranne che sono appena stato informato della decisione", ha dichiarato Li la scorsa notte. In una breve comunicazione nel suo blog su internet ha scritto: "io ed i miei colleghi abbiamo appena terminato di chiudere il numero per l'edizione di domani, ma sembra che non sarà più pubblicata. Ora siamo in attesa di una comunicazione ufficiale". Il blog ed il sito internet di Bingdiam Weekly sono stati poi oscurati.
I problemi per il Bingdiam Weekly sono iniziati ad agosto, quando Li ha scritto una lettera aperta per criticare la maniera in cui il China Youth Daily gestiva i contributi.
Il caso del Bingdiam Weekly è solo l'ultimo dei tentativi del governo di porre un freno alla libertà e all'indipendenza dei media. Particolare è il caso del popolare motore di ricerca Google, che ha accettato di auto-censurarsi in cambio dell'ingresso nel mercato cinese. La compagnia californiana ha infatti ideato una nuova versione di ricerca limitata con suffisso finale ".cn". Una versione in cinese era già disponibile nella versione google.com. Con la creazione di questo sito, google spera ufficialmente di rendere la ricerca più semplice per gli abitanti del Paese più popoloso del mondo, ma le limitazioni hanno creato frustrazione in molti cinesi, e crea problemi anche ai commercianti, dato che non possono sfruttare come desiderano le potenzialità del web.
"È una vergogna", ha dichiarato Julien Pain, direttore della sezione internet di Reporter senza frontiere. "Quando un motore di ricerca collabora con un governo come questo facilita il controllo di quello che viene detto sul web".
Neanche i servizi e-mail ed i blog saranno offerti da Google ai clienti cinesi dato che l'azienda non vuole rischiare di far girare informazioni personali.