Cina e Russia insieme all'Onu premono sulla Siria per l'accesso di aiuti umanitari. La Croce Rossa ad Homs
Damasco (AsiaNews/Agenzie) - Pechino e Mosca insieme ai Paesi occidentali esigono che Damasco permetta l'apertura di un canale umanitario, dando accesso al responsabile Onu per gli aiuti, Valerie Amos. Intanto la Croce rossa internazionale si prepara ad entrare entro oggi ad Homs, insieme alla Mezzaluna rossa siriana.
La Amos domanda inutilmente da settimane di poter entrare nel Paese, segnato da 11 mesi di violenze e scontri fra esercito e opposizioni. Il luogo dove l'emergenza umanitaria è più forte è il quartiere di Baba Amr a Homs, bombardato per settimane e considerato uno dei covi dell'opposizione armata. L'esercito siriano ha iniziato da ieri un'invasione del quartiere nel tentativo di eliminare i ribelli.
Il Free Syrian Army - Fsa, braccio armato dell'opposizione, costituito in maggioranza da soldati disertori e con appoggi dall'estero - ha deciso intanto una "ritirata strategica" da Homs per "salvare la vita di tanti civili".
Ieri sera un compatto Consiglio di sicurezza Onu ha criticato con forza la Siria "deplorando il veloce deterioramento della situazione umanitaria, soprattutto il crescente numero di civili colpiti, la mancanza di accesso sicuro a cure mediche e la penuria di cibo" in luoghi come Homs e Hama. Per questo esso esige che si dia immediato accesso a personale umanitario per gli aiuti alla popolazione.
Il fatto nuovo da registrare è che Cina e Russia hanno sostenuto questa mozione: nelle settimane precedenti, Pechino e Mosca hanno posto veti alle risoluzioni del Consiglio di sicurezza e dell'Assemblea Onu.
La Croce rossa chiedeva da tempo di poter entrare in Homs per portare sostegno ai civili. Ora l'organizzazione conferma che il governo siriano ha dato "luce verde" per entrare a Baba Amr con cibo e medicine.
Secondo alcune testimonianze, in queste settimane la maggioranza della popolazione di Homs è fuggita e vi restavano solo i ribelli. Il Free Syrian Army afferma che vi sono ancora 4mila civili che non vogliono abbandonare le loro case distrutte. Rimane impossibile confermare queste cifre, data la mancanza di fonti indipendenti.
Si apre intanto una nuova divisione sul fronte dell'opposizione: il Syrian National Council - una specie di governo provvisorio dell'opposizione in esilio, che gode dell'appoggio di diversi Paesi occidentali e arabi - ha deciso di aprire una sezione che governi i vari gruppi armati ribelli. Il capo del Fsa, il colonnello Riyad al-Asaad, ha detto che il suo gruppo non collaborerà con il nuovo organismo. Diverse testimonianza affermano che l'Fsa si è macchiato di violenze e razzie contro la popolazione. Fra le truppe vi sono anche radicali islamici che praticano una pulizia etnico-religiosa contro cristiani e alawiti.