Cina e Russia all’Onu bloccano una bozza di condanna per la Siria
Il Consiglio di sicurezza ha votato una bozza di risoluzione europea contro la repressione interna messa in atto da Damasco. Nove a favore e quattro astenuti; ma il veto di Cina e Russia ha bloccato il progetto. Mosca: “inaccettabile” perché non esclude il ricorso a un intervento militare straniero. Stati Uniti : “furiosi”.
New York (AsiaNews/Agenzie) – Cina e Russia hanno posto il veto a una risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite che condannava la Siria per la violenza contro l’opposizione interna. La risoluzione, preparata da alcuni Paesi europei, era stata ammorbidita nella speranza di evitare il veto, eliminando un riferimento diretto a sanzioni contro Damasco. Ma Pechino e Mosca hanno dichiarato che la bozza non escludeva un intervento militare esterno in Siria, e hanno posto il veto.
L’ultima volta che Cina e Russia hanno fatto ricorso a questo strumento è stato nel 2008 quando i due Paesi bloccarono le sanzioni Onu contro il presidente dello Zimbabwe, Robert Mugabe. La rappresentante statunitense alle Nazioni Unite ha dichiarato di essere “furiosa” per il voto. "Gli Stati Uniti sono furiosi per il fatto che il Consiglio abbia completamente fallito", ha commentato subito dopo il voto Susan Rice, ambasciatrice Usa all'Onu. Rice ha criticato i Paesi che si sono opposti alla risoluzione e che "preferirebbero vendere armi al regime siriano". La Rice è uscita in segno di protesta quando il rappresentante siriano ha preso la parola dopo il voto.
La risoluzione, in cui si minacciava il regime siriano del presidente Bashar al Assad di "misure mirate", e non di "sanzioni", è stata preparata da Francia e Gran Bretagna, con l’aiuto del Portogallo. Nove membri del Consiglio di sicurezza hanno votato a favore, e quattro (Sudafrica, Libano India e Brasile) si sono astenuti. “Alcuni Paesi hanno presentato una bozza di risoluzione per mettere pressioni in modo cieco e persino minacciare sanzioni contro la Siria. Questo non aiuterebbe a facilitare la situazione”, ha dichiarato il portavoce del ministro degli esteri cinese Ma Zhaoxu.
L’ambasciatore russo all’Onu, Vitaly Churkin, ha dichiarato che la bozza era basata su “una filosofia di scontro”, e che un ultimatum con la minaccia di sanzioni contro le autorità siriane era “inaccettabile”. L’ambasciatore cinese all’Onu Li Baodong ha affermato che Pechino si opponeva all’idea di “un’interferenza negli affari interni” siriani. “Le sanzioni o la minaccia di sanzioni non aiutano a risolvere la questione della Siria”, anzi “possono complicare ulteriormente la situazione”.
L’ultima volta che Cina e Russia hanno fatto ricorso a questo strumento è stato nel 2008 quando i due Paesi bloccarono le sanzioni Onu contro il presidente dello Zimbabwe, Robert Mugabe. La rappresentante statunitense alle Nazioni Unite ha dichiarato di essere “furiosa” per il voto. "Gli Stati Uniti sono furiosi per il fatto che il Consiglio abbia completamente fallito", ha commentato subito dopo il voto Susan Rice, ambasciatrice Usa all'Onu. Rice ha criticato i Paesi che si sono opposti alla risoluzione e che "preferirebbero vendere armi al regime siriano". La Rice è uscita in segno di protesta quando il rappresentante siriano ha preso la parola dopo il voto.
La risoluzione, in cui si minacciava il regime siriano del presidente Bashar al Assad di "misure mirate", e non di "sanzioni", è stata preparata da Francia e Gran Bretagna, con l’aiuto del Portogallo. Nove membri del Consiglio di sicurezza hanno votato a favore, e quattro (Sudafrica, Libano India e Brasile) si sono astenuti. “Alcuni Paesi hanno presentato una bozza di risoluzione per mettere pressioni in modo cieco e persino minacciare sanzioni contro la Siria. Questo non aiuterebbe a facilitare la situazione”, ha dichiarato il portavoce del ministro degli esteri cinese Ma Zhaoxu.
L’ambasciatore russo all’Onu, Vitaly Churkin, ha dichiarato che la bozza era basata su “una filosofia di scontro”, e che un ultimatum con la minaccia di sanzioni contro le autorità siriane era “inaccettabile”. L’ambasciatore cinese all’Onu Li Baodong ha affermato che Pechino si opponeva all’idea di “un’interferenza negli affari interni” siriani. “Le sanzioni o la minaccia di sanzioni non aiutano a risolvere la questione della Siria”, anzi “possono complicare ulteriormente la situazione”.
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