14/07/2004, 00.00
CINA – HONG KONG
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Cina-Vaticano: cattolici di Hong Kong sperano di poter mediare

Hong Kong (AsiaNews/SCMP) – La diocesi cattolica di Hong Kong spera di poter fare da mediatore nei rapporti tra Cina e Vaticano, utilizzando l'occasione della mostra di manufatti vaticani che la ex colonia britannica vorrebbe organizzare per il 2006.

Il cancelliere della diocesi, p. Lawrence Lee Len, ha reso nota la disponibilità dei rappresentanti cattolici locali a mantenere i rapporti con il Ministero degli esteri di Pechino qualora si confermasse la manifestazione.

La prospettiva delle trattative sulla mostra, fortemente voluta dal segretario per gli affari interni, Patrick Ho Chi-ping, fa sperare che possa allargarsi ai rapporti Cina – Vaticano, negli ultimi anni sempre molto delicati. Pechino, infatti, insiste nel negare a Roma ogni rapporto con i cattolici cinesi e tramite l'Associazione patriottica nomina i vescovi e gestisce la Chiesa ufficiale. Situazione inaccettabile per il Vaticano, pure pronto a interrompere le relazioni diplomatiche con Taipei.

Spostare il piano del discorso dal controllo religioso ad una materia "neutrale" come l'arte, potrebbe significare la possibilità di un dialogo più disteso. Una fonte vicina al Vaticano ritiene che l'evento sarebbe significativo in quanto "ogni occasione può essere un'opportunità per la diplomazia e le relazioni sino-vaticane, anche se si tratta di calcio o ping-pong – o come in questo caso di arte".

Ricordiamo, ad esempio, che le tensioni tra Pakistan e India hanno cominciato ad allentarsi da eventi tutt'altro che politici, come alcuni incontri di cricket.

In questo contesto Hong Kong si ritiene la più adatta a svolgere il ruolo di mediatore. In base al principio 'un Paese, due sistemi', infatti, l'ex colonia britannica, è libera di avere contatti con il Vaticano, a differenza di Pechino. Città aperta, con una numerosa popolazione di cattolici (più di 250mila), in molti sperano che Hong Kong sia solo la prima di numerose tappe che porteranno l'arte vaticana in giro per la Cina.

Indispensabile, infatti, perché i cattolici cinesi siano veramente liberi di professare la propria fede, è che Pechino non veda nella Chiesa di Roma una minaccia alla sua autorità nel Paese. Uno scambio culturale del genere, accompagnato dalla mediazione dei cattolici locali, potrebbe aiutare la costruzione di questa fiducia reciproca.

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