Cina, volontari negli orfanotrofi arrestati per compravendita di bambini
Nella provincia centrale dell'Hunan la pubblica sicurezza ha fermato 27 persone: compravano e rivendevano bambini a privati ed istituzioni. Sotto accusa la politica "del figlio unico", alla base del traffico di esseri umani.
Pechino (AsiaNews/Agenzie) La pubblica sicurezza cinese ha arrestato 27 persone, per la maggior parte membri di un'organizzazione non governativa, accusati di compravendita di neonati tramite gli orfanotrofi statali nella provincia centrale dell'Hunan.
La polizia ha arrestato lunedì 21 novembre il responsabile dell'orfanotrofio della contea di Hengyang e 6 membri del suo staff, oltre a 20 persone che lavoravano in altri istituti per bambini sparsi nella regione. Il giorno prima la pubblica sicurezza di Qidong, una contea confinante con Hengyang, aveva arrestato un uomo accusato di traffico di esseri umani. L'uomo vendeva bambini rapiti alle istituzioni del posto e ad altri orfanotrofi per prezzi compresi fra gli 800 ed i 1.200 yuan (fra gli 80 ed i 120 euro ndr).
Dopo il primo "acquisto" le istituzioni rivendevano i neonati a privati o a case per bambini per cifre che oscillavano fra gli 8 mila ed i 30 mila yuan. Non si sa quanti bambini sono stati comprati e venduti dagli orfanotrofi né quale sia l'età dei bambini implicati.
Gli orfanotrofi statali traggono vantaggio da un politica governativa che garantisce loro uno stanziamento di fondi proporzionale al numero di bambini ospitati nelle strutture. La politica "del figlio unico" per il controllo delle nascite e la lunga tradizione cinese che favorisce i figli maschi sono un incentivo al traffico di bambini.
Secondo fonti ufficiali, lo scorso anno circa 3.500 bambini sono stati recuperati in 1.975 casi di rapimento.