12/04/2006, 00.00
Cina
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Cina, violente proteste nel Sud contro fabbriche inquinanti

Un gruppo di circa 200 abitanti del Fujian ha preso d'assalto tre fabbriche ed un depuratore d'acqua. "I loro scarichi – dicono – sono ad un chilometro da noi: inquinano la nostra acqua e ci costringono a respirare un'aria fetida da anni".

Quanzhou (AsiaNews/Scmp) - Centinaia di contadini hanno attaccato tre fabbriche inquinanti ed un impianto di depurazione dell'acqua in una zona del Fujian, provincia meridionale sulla costa cinese, famosa per il trattamento delle pelli.

Secondo alcuni testimoni oculari, circa 200 uomini dei villaggi nei pressi di Quanzhou - nel distretto di Quangang - hanno iniziato la protesta la notte dell'8 aprile. Un gruppo composto da 40 di loro ha preso d' assalto le fabbriche armati di bastoni di ferro.

Una delle fabbriche, che produce oggetti di plastica, appartiene ad un'impresa sudcoreana, mentre le altre fabbriche attaccate producono oggetti in pelle. Gli assalitori dicono che gli scarichi dell'impianto di purificazione, posti ad un chilometro dalle loro case, "da anni inquinano le nostre pozze d'acqua, danneggiano il terreno che coltiviamo e ci costringono a respirare un'aria fetida".

Secondo il proprietario di una delle fabbriche, la Xinde Leather Co., gli assalitori ''sono penetrati negli uffici, nei dormitori per gli operai e nelle cucine: hanno preso ciò che volevano ed hanno spaccato tutti gli oggetti che hanno trovato". Usciti, "hanno distrutto tre macchine: i danni superano il milione di yuan. I poliziotti erano presenti sulla scena, ma non hanno fatto nulla per fermarli".

Non risulta che ci siano stati feriti. Il capo del locale ufficio di polizia, Cheng Hongbin, ha dichiarato che si e' trattato di un incidente ''grave'' e che non sono stati effettuati arresti "per non aggravare la situazione".

I funzionari del ministero cinese della Pubblica sicurezza hanno poi "negato" che i poliziotti non siano intervenuti e sostengono che al momento "i funzionari locali stanno discutendo con i contadini e i proprietari della fabbriche per trovare una soluzione soddisfacente per tutti".

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