Cina, scontri in un villaggio fra polizia ed abitanti
Circa 1.500 abitanti si sono scontrati con 500 poliziotti armati per ottenere la libertà di un ragazzo, incarcerato dopo aver accusato il capo villaggio di corruzione. Pechino vara nuove forze anti-sommossa per frenare rivolte.
Taishi (AsiaNews/Scmp) Continuano in Cina gli scontri violenti fra cittadini e pubblica sicurezza, braccio armato dei governi locali. Circa 1.500 abitanti del villaggio di Taishi, nella provincia meridionale del Guangdong, si sono scontrati martedì 16 agosto contro 500 poliziotti armati.
Tutto è nato dalla detenzione di Feng Weinan, 22 anni, uno dei leader del villaggio. Feng aveva chiesto al governo l'immediata rimozione del capo villaggio accusato di corruzione: dopo la sua denuncia diversi poliziotti in borghese lo hanno fatto scendere con la forza dalla sua motocicletta e lo hanno trascinato via in un furgone. Dopo la partenza del furgone gli abitanti hanno fermato 3 macchine governative che cercavano di seguirlo: una delle macchine trasportava il vice segretario municipale ed uno dei capi della polizia del distretto.
Gli abitanti di Taishi hanno chiesto più volte la scarcerazione di Feng ma sono rimasti inascoltati ed hanno continuato il blocco delle macchine governative. Il governo locale ha inviato più di 500 uomini armati per disperdere i rivoltosi e gli scontri hanno provocato il ferimento di dozzine di persone, di cui 2 in serie condizioni: una è Feng Zhen, una donna di circa 80 anni che ha riportato la frattura di 3 costole. Circa 7 abitanti fra cui un membro del Partito Comunista sono stati arrestati ed è proibita loro ogni visita, comprese quelle delle proprie famiglie.
"Gli abitanti dice Feng Qiusheng, uno dei leader della protesta sono arrabbiati. Il governo non solo non ci aiuta a risolvere i nostri problemi ma continua a sopprimerci". Il segretario della sezione informativo dell'Ufficio di propaganda del distretto di Panyu, in cui si trova Taishi, ha dichiarato di essere stato assente dalla città e di non sapere nulla degli scontri.
L'aumento del malcontento popolare e delle manifestazioni pubbliche sempre più numerose ha convinto il governo di Pechino a formare speciali unità di polizia "anti-sommosse" in 36 città chiave del Paese. Le manifestazioni di protesta in Cina, secondo i dati forniti dalla pubblica sicurezza, sono salite dalle 10 mila del 1994 ad oltre 74 mila nel 2004 ed hanno coinvolto un totale di 3,67 milioni di persone.
Il ministero della Pubblica sicurezza appoggia la decisione per migliorare le capacità della polizia "in nuove circostanze". Per adesso l'unica città che ha presentato la nuova unità composta da 500 uomini è stata Zhengzhou, nella provincia centrale dell'Henan anche se molti fonti indicano come certa l'istituzione di queste unità anche a Shanghai e Pechino.