Cina, rilasciato con 15 mesi di anticipo il giornalista Shi Tao, tradito da Yahoo
Pechino (AsiaNews) - Il governo cinese ha rilasciato con 15 mesi di anticipo il giornalista e blogger Shi Tao, arrestato nel 2005 e condannato a 10 anni di carcere con l'accusa di "aver divulgato segreti di Stato". Il caso scatenò una serie di polemiche, dato che l'arresto avvenne grazie alla complicità attiva del colosso informatico Yahoo! che all'epoca fornì a Pechino i dati necessari per identificare lo scrittore.
Il gruppo Pen International, che difende la libertà di espressione in tutto il mondo, ha confermato la liberazione di Shi. Un attivista per i diritti umani, anonimo per motivi di sicurezza, spiega che il dissidente sarebbe stato rilasciato "circa una settimana fa" e per ora "non ha intenzione di dare interviste". Non è chiaro il motivo alla base dello sconto di pena, anche se a volte le autorità penitenziarie cinesi lo concedono per buona condotta in prigione.
Marian Botsford Fraser, presidente di Pen, aggiunge: "Accogliamo con gioia il rilascio in anticipo. Shi è stato trattato bene in galera e ha potuto scrivere molte poesie fra cui 'Canzone di ottobre', scritta in onore dell'assegnazione del Premio Nobel per la pace all'attivista cinese Liu Xiaobo. Questa liberazione avviene in un momento in cui nubi sempre più nere si addensano sulla libertà di parola in Cina".
In effetti, negli ultimi mesi il governo cinese sembra impegnato nella "missione impossibile" di imbavagliare la libertà di espressione su internet. La blogosfera cinese, il secondo mercato al mondo per numero di utenti, è sempre più luogo di confronto e di denuncia contro gli abusi e la corruzione del governo: in un primo momento il Partito l'ha esaltata come "luogo utile per scovare i malfattori", ma poco tempo dopo ha lanciato una campagna feroce contro i protagonisti troppo attivi e i critici troppo informati.
L'ultimo in ordine di tempo a cadere in disgrazia è stato Charles Xue, popolarissimo industriale sino-americano con 12 milioni di "followers" su Sina Weibo, il sito di micro-blogging più usato nel Paese. Subito dopo averlo arrestato con l'accusa di "causare problemi attraverso la diffusione di pettegolezzi", il governo ha iniziato una campagna per demolirlo: su tutti i maggiori media lo hanno descritto come un "pornomane ossessionato da prostituzione e orge".
Nicholas Bequelin, ricercatore per Human Rights Watch con base a Hong Kong, spiega che "voci libere come quella di Xue hanno creato una gerarchia di informazione alternativa a quella sotto il controllo del Partito, che di conseguenza si è sentito sfidato. E per questo ha lanciato una campagna per attaccare e distruggere tutti coloro che cercano di usare la libertà fornita dalla Rete per cercare una verità alternativa a quella di Pechino".
03/09/2020 11:49