07/08/2013, 00.00
TIBET – CINA
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Cina, rilasciati quattro tibetani: manifestavano a Pechino per la liberazione di un monaco

Gli arrestati hanno passato due settimane in prigione per una protesta pacifica in favore di Trulku Tenzin Delek. Il religioso sta scontando l’ergastolo per false accuse di terrorismo. Negli anni ’80 aveva incontrato il Dalai Lama e da allora è sospettato di “tramare contro la Cina”. In carcere dal 2002, secondo i familiari ha subito torture e la sua salute molto debole.

Dharamsala (AsiaNews) - La Cina ha rilasciato quattro tibetani, incarcerati per due settimane per aver manifestato in modo a pacifico a Pechino. Gli arrestati invocavano la liberazione di Trulku Tenzin Delek (v. foto), noto monaco della contea di Nyagchu (Prefettura autonoma tibetana di Kardze, provincia del Sichuan), condannato all'ergastolo nel 2002 con false accuse di terrorismo. Secondo i suoi sostenitori, in questi 11 anni di prigione il lama ha subito torture di ogni tipo e le sue condizioni di salute sono molto gravi.

Fonti del Tibetan Centre for Human Rights and Democracy (Tchrd) riferiscono che i quattro - Sogren Lori, 66 anni; Lugzi Abey, 50; Lhagma Choedup, 64; Trinley, 46 - sono stati arrestati il 20 luglio scorso a Chengdu, appena tornati da Pechino. Alla manifestazione aveva partecipato anche Donkar Lamo, 47enne sorella di Trulku Tenzin Delek, che però non è stata fermata. Le autorità cinesi hanno scortato i tibetani nel Kara Detention Centre di Nyagchu.

Gli arrestati sono giunti nella capitale cinese il 9 luglio scorso, portando con loro una petizione firmata - tra gli altri - da centinaia di sostenitori del lama imprigionato. Nato nel 1950 nella contea di Lithang, Trulku è entrato in monastero all'età di 7 anni. Nel 1978 conosce il 10mo Panchen Lama, al quale confida le sue preoccupazioni sulle torture inflitte ai tibetani dal regime cinese. Nel 1983 il Dalai Lama lo riconosce come la reincarnazione di Geshe Adham Phuntsok, e gli dà il nome di Trulku Tenzin Delek.

Per i suoi contatti con il Dalai Lama, dal 1987 - quando torna in Tibet - è posto sotto sorveglianza da Pechino, che lo accusa di tramare alle spalle del regime insieme all'Oceano di saggezza. Tra il 2001 e il 2002 una serie di esplosioni hanno colpito la prefettura di Kardze. La polizia cinese ha arrestato Lobsang Dhondup, parente e discepolo di Trulku, per "coinvolgimento" negli attentati.

Scoperto il legame tra i due, Pechino ha arrestato anche il lama. Nonostante si siano sempre dichiarati innocenti ed estranei ai fatti, le autorità cinesi hanno condannato i due all'ergastolo. Per i familiari di Trulku - che in 11 anni di prigione hanno potuto vederlo pochissime volte - egli ha subito torture ed è in condizioni critiche di salute. Egli ha perso molto peso, soffre di problemi al cuore e pressione alta, e riporta danni gravi a una gamba, per colpa dei quali è costretto a usare un bastone. (NC) 

 

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