Cina, l'80% dei funzionari condannati per corruzione evita la galera
Secondo un rapporto del Procuratorato supremo del popolo la più alta autorità giudiziaria del Paese avvocati di grido e bustarelle ai giudici fanno saltare la pena per i corrotti, che spesso mantengono addirittura il loro salario. Pubblici ministeri "arrabbiati e delusi".
Pechino (AsiaNews/Scmp) Un rapporto presentato ieri dal Procuratorato cinese la più alta autorità giudiziaria del Paese mette sotto accusa le Corti di giustizia nazionali, accusate di aver sospeso o addirittura esentato dalla pena l'80% dei funzionari governativi condannati per corruzione.
Il Procuratorate Daily spiega come vi sia stato un aumento "importante" nella concessione di libertà vigilate o sconti di pena nei confronti di quadri politici accusati di aver ricevuto o dato tangenti, ed aggiunge che a molti di loro è stato permesso di mantenere cariche e salari pagati dalla popolazione.
Secondo il giornale, oltre il 66 % dei funzionari accusati di corruzione e l'80 % di quelli condannati per "non aver svolto con correttezza i propri compiti" hanno ottenuto una sospensione di pena o sono riusciti ad evitarla del tutto: il dato rappresenta un aumento del 50% rispetto al 2001.
"Un totale di 33.519 persone scrive l'autore del rapporto condannato per aver ricevuto dei vantaggi che non gli spettavano tramite la propria carica ufficiale, ha ricevuto la libertà vigilata fra il 2003 ed il 2005". I dati presentati, tuttavia, non coprono quei funzionari condannati all'ergastolo o alla pena di morte (poi sospesa), né coloro che hanno ricevuto condanne per crimini penali.
Citando avvocati o procuratori locali, il rapporto sostiene che tali dati "mettono a dura prova la credibilità della campagna anti-corruzione lanciata dal governo". "Non è una questione meramente legale aggiunge ma si snoda anche sul piano politico".
Zheng Xinjian, pubblico ministero, dice: "I miei colleghi di tutto il Paese sanno quanto sia difficile mettere in stato d'accusa un funzionario governativo corrotto: dobbiamo resistere a pressioni ed a volte a minacce di morte. Siamo profondamente arrabbiati e delusi per come queste stesse persone vengono poi liberate".
Secondo il quotidiano, il problema deriva da "seri buchi procedurali" nelle leggi attualmente in vigore e dalla "corruzione rampante" fra i giudici ed i funzionari coinvolti nelle inchieste. Un rappresentante del Procuratorato supremo del popolo ha aggiunto che "molti funzionari usano avvocati di grido e bustarelle per influenzare la sentenza".