Cina, inviati del Dalai Lama a colloquio a Pechino
Si tratta del quinto round di incontri dal 2002, anno in cui sono ripresi i rapporti fra il leader buddista ed i dirigenti comunisti. Portavoce del governo tibetano in esilio: "Speriamo con tutto il cuore di poter risolvere con la pace la questione tibetana".
Pechino (AsiaNews/Agenzie) Un gruppo di inviati del Dalai Lama, il leader spirituale del Tibet che vive in esilio in India, è arrivato ieri a Pechino per una nuova tornata di colloqui con i dirigenti cinesi. Lo affermano fonti del governo tibetano in esilio.
Si tratta del quinto round di colloqui dal 2002, anno in cui è ripreso il dialogo tra il leader buddista e la Cina dopo circa 20 anni di interruzione: fino ad ora, il dialogo non ha prodotto alcun risultato concreto.
"La nostra speranza - ha detto Thubetn Samphel, portavoce del governo tibetano in esilio - è quella di risolvere il problema del Tibet sulla base di una trattativa con le autorità cinesi volta a consentire al nostro popolo di mantenere quello che più gli sta a cuore, la sua cultura".
Il portavoce ha poi definito i colloqui precedenti, avvenuti lo scorso anno in Svizzera, "molto intensi e franchi". "Questo ci fa sperare ha concluso che i contatti possano approfondirsi e che si possa risolvere in forma pacifica la questione tibetana".
Il governo in esilio del Tibet ha sede a Dharamsala, in India, ed è stato formato dal Dalai Lama nel 1959, nove anni dopo l'invasione della regione da parte delle truppe comuniste. Anche se Pechino lo considera un traditore, moltissimi tibetani rimangono fedeli alla sua figura, considerata un misto fra un re ed un dio.