Cina, in esilio la monaca che cantava per il Dalai Lama
Phuntsog Nyidrol ha passato 15 anni in prigione per aver registrato e diffuso una cassetta con canti che elogiavano il Dalai Lama e chiedevano l'indipendenza del Tibet.
Pechino (AsiaNews/Scmp) Il governo cinese ha consegnato il passaporto a Phuntsog Nyidrol, l'ultima delle "monache cantanti della prigione di Drapchi", e le ha permesso di imbarcarsi su un aereo per San Francisco. Lo ha annunciato la scorsa notte la Fondazione Dui Hua.
Phuntsog Nyidrol, monaca buddista tibetana di 39 anni, era stata arrestata nell'ottobre 1989 durante una manifestazione pacifica a Lhasa e condannata a 9 anni di prigione. La sua sentenza era stata poi prolungata a 17 anni dopo che lei, insieme ad altre 13 monache, aveva registrato una cassetta di canti che elogiavano il Dalai Lama e chiedevano l'indipendenza del Tibet.
La cassetta era stata portata fuori dalla prigione e diffusa in tutto il mondo. Nel 2001 il Tribunale del Popolo della città di Lhasa le ha ridotto la pena di un anno perché la monaca "mostrava segni di pentimento".
Nonostante il rilascio sia avvenuto due anni fa, ogni richiesta per il passaporto era stata fino ad ora respinta. Per la Dui Hua, "la sua partenza per gli Usa è il frutto del duro lavoro di diverse organizzazioni, governative e non", e delle preoccupazioni sollevate all'interno delle Nazioni Unite dalla presentazione del Rapporto sulla tortura in Cina.
La notizia arriva a circa un mese dalla visita del presidente cinese Hu Jintao megli Stati Uniti: secondo John Kamm, industriale americano e direttore esecutivo della Fondazione, la decisione di liberare la monaca verrà accolta molto bene da Washington. Kamm sottolinea però che le relazioni sino-americane vivono "un momento difficile" e la scelta di mandare un prigioniero politico in esilio "non dovrebbe cambiare di molto la situazione".