Cina, il mercato interno di avorio mette in pericolo la sopravvivenza degli elefanti
Pechino (AsiaNews/Agenzie) - "L'insaziabile domanda cinese di avorio rischia di rendere l'estinzione degli elefanti un problema concreto". Come scrive la ricercatrice Jennifer Ngo sul South China, il traffico di zanne di elefante, vietato dalla comunità internazionale, trova attraverso Hong Kong un facile commercio.
Nel mondo, divisi tra l'Africa centrale e l'area indiana, vivono circa 400mila elefanti. Soltanto nell'ultimo anno ne sono morti 40mila e, come spiega l'attivista Joyce Poole "circa il 93% di questi sono vittime dei bracconieri". Nonostante Pechino abbia sottoscritto nel 1989 il bando per il commercio internazionale d'avorio, la vendita di zanne di elefante in territorio cinese avviene alla luce del sole. Il cosiddetto "oro bianco" fa scalo ad Hong Kong, dove, una volta evitato ogni controllo internazionale, può essere venduto in modo trasparente agli acquirenti cinesi.
Secondo i dati riportati dall'Elephant Voices Group, organizzazione non governativa della quale Joyce Poole è condirettrice, dal 2008 Hong Kong ha smerciato circa 16 tonnellate di avorio, una quantità che avrebbe richiesto l'uccisione di almeno 1800 esemplari. "Non è - spiega l'attivista - il bando internazionale a non funzionare, ma la reticenza da parte delle autorità cinesi ad applicarlo sui propri confini la causa dell'aumento del commercio rappresenta un incentivo per i bracconieri".
L'avorio è venduto a 700 dollari al kg, in Cina costituisce un bene pregiato, simbolo di elevato status sociale. Joyce Poole che sarà impegnata in una campagna per la sensibilizzazione dell'opinione pubblica tra Hong Kong, Shenzen e Pechino, spiega che "l'avorio che è oggi sul mercato è frutto della caccia, non di morte naturale. Molta gente non immagina che per avere le zanne di un elefante sia necessario ucciderlo".
30/09/2017 09:03