Cina, i danni della legge sul figlio unico e il “rischio collasso”
Il governo ha presentato una rilevazione di prova (in attesa dei dati del censimento nazionale) che mostra un aumento della popolazione rispetto al 2010. Ma gli esperti avvertono: “Si tratta di persone più vecchie, non di nuovi nati”. La legge sul figlio unico – una “Tiananmen che avviene ogni ora” – rischia di distruggere la stabilità sociale.
Pechino (AsiaNews) - La popolazione cinese ha raggiunto 1,34 miliardi di unità, con un aumento rispetto al 2010 pari a 6,3 milioni di persone. Lo ha annunciato l’Ufficio nazionale di statistica, che ha presentato i dati di una rilevazione di prova e quindi non definitiva.
L’attesa è per i prossimi mesi, quando Pechino renderà pubblici i risultati del grande censimento nazionale compiuto nello scorso anno in tutto il Paese. Si tratta della prima indagine demoscopica ordinata negli ultimi 10 anni.
In ogni caso, i dati presentati rilanciano la discussione in Cina sulla validità della legge sul figlio unico. Lanciata nel 1979, essa impone alle coppie urbane di avere un solo figlio; quelle rurali possono arrivare a due, ma soltanto in alcuni casi decisi dalle autorità.
Secondo Deng Xiaoping, che l’ha lanciata, essa è indispensabile per tenere sotto controllo la sovrappopolazione ma – applicata con metodi brutali, aborti forzati e violenze diffuse – è stata più volte denunciata da dissidenti interni e criticata persino da una parte della classe politica.
Chai Ling, ex leader della rivolta del 1989 che da anni lavora contro gli aborti mirati contro le bambine e gli aborti forzati in genere, definisce la legge “una Tiananmen che si verifica ogni ora, un massacro mirato che il mondo può e deve fermare prima che sia troppo tardi”.
Oltre al dramma relativo ai diritti umani, la legge sul figlio unico rischia di far crollare il sistema-Paese della Cina. Con l’invecchiamento progressivo della popolazione e la mancanza di forza lavoro giovane, infatti, il rischio è quello di vedere il collasso del sistema pensionistico interno.
Inoltre va considerato un fattore sociale, che condanna all’aborto quasi sempre feti femminili in nome della tradizionale supremazia dei maschi. Al momento, ci sono circa 40 milioni di uomini che non hanno (e non avranno mai) alcuna possibilità di sposarsi e mettere su famiglia.
Secondo Cai Yong, docente all’Università della North Carolina ed esperto della popolazione cinese, “i dati in crescita sono attribuiti all’aumento dell’aspettativa di vita interna. I cinesi vivono di più, non è che facciano più figli. Se Pechino vuole una società stabile, deve iniziare da oggi a eliminare la legge sul figlio unico: ci vogliono 20 o 30 anni per avere una nuova generazione in grado di aiutare il sistema, e si sta facendo tardi”.
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