Cina, crolla la forza lavoro: in un anno, quattro milioni in meno
Pechino (AsiaNews) - La popolazione cinese attiva e in età lavorativa continua a calare. Gli effetti della disastrosa legge sul figlio unico, lo squilibrio fra i sessi, la necessità di procreare tardi per motivi di lavoro o di emigrazione forzata hanno ridotto nel 2014 di quasi 4 milioni di unità la forza lavoro. Anche se alcuni economisti sottolineano gli aspetti positivi del dato - ovvero la riduzione del tasso di disoccupazione - la maggioranza sostiene che con questo trend il sistema del welfare sociale, quello della sanità e quello pensionistico rischiano di implodere molto presto.
I dati sono stati resi noti oggi dall'Ufficio nazionale di statistica. Alla fine dello scorso anno la popolazione cinese si è attestata su 1,37 miliardi di persone, con un aumento di 7,1 milioni rispetto al 2013. Tuttavia, la popolazione attiva e in età lavorativa - ovvero le persone sane fra i 16 e i 59 anni - si è fermata a 915,8 milioni: un calo di 3,7 milioni di unità.
Secondo alcuni analisti, la riduzione del bacino aiuterà a prevenire un alto tasso di disoccupazione. Allo stesso tempo, però, con questi numeri si alzerà il costo medio del lavoro: questo, a sua volta, influirà in maniera negativa sul settore manifatturiero e sulla competitività nel campo dell'export della Cina. Proprio questo settore ha trainato la straordinaria espansione economica del Paese iniziata 30 anni fa.
Yuan Xin, demografo dell'Università Nankai di Tianjin, ritiene "improbabile" che si verifichi in tempi brevi una mancanza di forza lavoro. Lo stesso esperto sottolinea però come siano "in aumento" le sfide relative al mondo del lavoro, che Pechino deve riformare se vuole rendere sostenibili sul lungo periodo le proprie riforme economiche e strutturali.
Sempre secondo i dati dell'Ufficio nazionale, nel 2014 gli abitanti con più di 60 anni di età - e quindi con diritto alla pensione statale - sono aumentati di 10 milioni, arrivando a 212,4 milioni in totale. Si tratta del 15,5% della popolazione, un dato che secondo alcune proiezioni arriverà a toccare il 20% nel prossimo quinquennio. Costretti proprio dalla legge sul figlio unico ad avere un solo erede, questi anziani contano proprio sull'unico lavoratore rimasto in famiglia per garantirsi un futuro dignitoso.
Tuttavia, il governo centrale inizia a non avere più risorse per coprire le spese mediche degli anziani e per pagare loro la pensione. E lo squilibrio del mercato del lavoro interno costringe centinaia di milioni di persone a lasciare la zona di origine e la famiglia per spostarsi in cerca di un impiego, spesso dall'altro capo del Paese. Consapevole di tutti questi rischi, il governo ha emendato la legge sulla pianificazione familiare aprendo alla possibilità di avere due bambini alle coppie in cui almeno uno dei genitori sia figlio unico. Subito dopo il varo di questa riforma, un milione di famiglie ha chiesto di poterla applicare alla propria situazione.