Chiusa la campagna elettorale, Dili sceglie il nuovo presidente
Torna la calma nel Paese dopo scontri tra fazioni. Lunedì prossimo le elezioni presidenziali: favoriti il Nobel Ramos Horta e il leader del Fretilin, Francisco Guterres. La Chiesa cattolica invita a scegliere “con coscienza” e in un intervento a sorpresa indica la sua preferenza in Fernando 'La Sama' de Araujo, un ex attivista studentesco.
Dili (AsiaNews/Agenzie) – Si è conclusa ieri la turbolenta campagna elettorale per le prossime elezioni presidenziali di Timor Est, previste il prossimo 9 aprile. Una trentina di persone sono rimaste ferite negli ultimi due giorni in scontri tra sostenitori dei diversi candidati; la polizia dell'Onu, dispiegata in vista delle elezioni, è intervenuta più volte per ristabilire l'ordine e ha dovuto sparare colpi di avvertimento quando due agenti sono rimasti feriti. Delle violenze, l’attuale capo di Stato timorese, Xanana Gusmao, ha accusato il partito di maggioranza Fretilin, che guidò la resistenza all’occupazione indonesiana, durata 25 anni e conclusa nel 2002; dal canto suo il Fretilin nega ogni responsabilità.
Circa 523mila elettori del giovane Stato a maggioranza cattolica sono chiamati a scegliere tra 8 candidati in oltre 700 seggi elettorali. Il vincitore succederà al leader storico della resistenza all'Indonesia, Xanana Gusmao, che a sua volta si candida per l’incarico di premier nelle elezioni parlamentari di giugno. Fra i candidati più quotati, l'attuale primo ministro ed ex ministro degli Esteri Jose Ramos Horta, premio Nobel per la pace per il suo attivismo internazionale durante l'occupazione indonesiana, e il presidente del Fretilin, Francisco Guterres, ex guerrigliero e attuale speaker del parlamento.
I vescovi cattolici di Dili e e Baucau hanno invitato i sacerdoti a non schierarsi politicamente; hanno, invece, incoraggiato i fedeli a “recarsi alle urne e scegliere con coscienza” la nuova guida del Paese. Ieri, però, con un intervento inaspettato il rappresentante della Chiesa nella Commissione elettorale si è espresso a favore del terzo fra i candidati favoriti: l'ex combattente della resistenza Fernando 'La Sama' de Araujo, che in passato ha trascorso sei anni nelle prigioni indonesiane.
I conflitti etnici sulla piccola isola hanno causato gravi disordini l’anno scorso, con 37 morti e 150 mila sfollati, dopo che 600 soldati ribelli, che lamentavano discriminazione su base etnica, erano stati radiati dall'esercito.
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